Pedofilia, Pdl Veneto: “Vogliamo la castrazione chimica”

Pubblicato il 17 Febbraio 2011 - 20:07 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Castrazione chimica per chi si macchia di violenza sui minori. Il Pdl veneto sposa la proposta lanciata a suo tempo dai leghisti Erminio Boso e Roberto Calderoli e sfodera nuovamente la battaglia antipedofilia più radicale. A prevedere la castrazione chimica per i pedofili, o meglio ”il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale”, sull’esempio di quanto gia’ in vigore in Polonia, e’ un comma che il gruppo Pdl in consiglio regionale ha inserito in un progetto di legge a tutela dei minori vittime di abusi e sfruttamento sessuale. ”In nessun’altra regione – spiega il capogruppo Dario Bond – il PdL ha avviato una simile iniziativa”.

Non si tratta peraltro di una novità, visto che una proposta analoga era stata presentata nella scorsa legislatura e non fu votata in aula soltanto per la mancanza di tempo utile. ”I dati che ci pervengono sui crimini ai danni dei minori – sottolinea Piergiorgio Cortelazzo, vice capogruppo Pdl in consiglio regionale e primo firmatario del provvedimento – sono in aumento”. Una emergenza, definita ”a livelli di guardia”, incrementata dal commercio di filmati e fotografie attraverso internet. La nuova stesura del progetto di legge è ancora più severa della versione precedente perché introduce un programma di sperimentazione del trattamento farmacologico di blocco androgenico totale, sostenuto da un trattamento psicoterapico, cui debbono essere sottoposti presso le Ulss i pedofili con sentenza passata in giudicato. Cortelazzo è ben conscio che l’iniziativa dara’ la stura a nuove polemiche. ”E’ una proposta forte, lo so – ammette – ma sono motivato a sostenere la battaglia”.

”Resta da definire – aggiunge Cortelazzo – a chi spetti la decisione di applicare il trattamento”. La battaglia antipedofilia sferrata dal PdL veneto prevede, tra l’altro, l’istituzione di un osservatorio permanente sullo sfruttamento della prostituzione minorile, della pornografia, della pedofilia e del turismo sessuale ai danni di minori a disposizione, in particolare, delle scuole. E’ sui banchi di scuola infatti, secondo Bond, che più facilmente possono essere colti atteggiamenti e comportamenti di una vittima della pedofilia. Per questo il personale che nelle aule lavora, rileva, ”deve essere adeguatamente preparato per interpretare correttamente i segnali e intervenire correttamente”.

Una battaglia nel segno della durezza che viene sposata in pieno dall’assessore regionale all’istruzione, la pidiellina Elena Donazzan. ”Per la pedofilia non possono esserci nè sconti nè giustificazioni – sostiene – perché la vittima è giovane e non guarirà per il resto della sua vita”.