Penati e il “direttorio finanziario democratico”. Ombre anche sulla giunta Pisapia?

MILANO – Filippo Penati e gli altri personaggi (in primis il suo ex capo di Gabinetto, Giordano Vimercati), coinvolti nell’inchiesta sulle tangenti lombarde agli uomini del Pd avrebbero dato vita a un “direttorio finanziario democratico”. Lo scrive Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, citando le parole dei pm di Monza che hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere l’arresto di Penati.

Questo direttorio, secondo i pm, avrebbe guidato un “quindicennio di sfruttamento della funzione pubblica a fini di arricchimento privato e di illecito finanziamento alla politica a Sesto San Giovanni”.

Ed è proprio partendo da questo assunto, scrive Ferrarella, che i pm temono la reiterazione del reato: Penati e i suoi devono scontare “il peccato originale degli ingenti finanziamenti percepiti durante il duplice mandato di sindaco condiziona tutt’ora le decisioni di Penati indipendentemente dal tempo trascorso e dal ruolo ricoperto”.

Ma c’è di più: Libero ipotizza che Penati possa condizionare la politica milanese anche dopo la vittoria di Giuliano Pisapia alle elezioni comunali. Tale condizionamento, scrivono i pm (come riporta Libero), emergerebbe da alcuni sms: “Lo scorso 13 giugno, quasi in contemporanea con la vittoria del candidato del centrosinistra alle Comunali di Milano, l’imprenditore Antonio Rugari, non indagato, si muove presso Penati per perorare la causa di Piero Di Caterina, il grande accusatore dell’ex sindaco di Sesto. Pochi giorni prima, Di Caterina aveva scritto a Rugari per “manifestare l’intenzione di contattare quelli che sarebbero stati nominati assessori nella nuova giunta milanese al verosimile scopo di risolvere il contenzioso con Atm per la suddivisione degli introiti”. Detto fatto, Rugari si attiva e scrive a Penati: “Caro Filippo, considerata come è andata a Milano, credo che si possa tentare di risolvere la questione di Piero (Di Caterina, ndr), prima che si vada oltre certi limiti e si degeneri. Magari ci possiamo vedere per capire come agire”.

Inoltre, prosegue Ferrarella, “l’altro indice del «peccato originale» del «direttorio finanziario democratico», per i pm, è «la sistematica attività di inquinamento istruttorio tutt’ora in corso ad opera dei politici indagati, con pressioni su vittime e complici»: tentativi «incomprensibili ed illogici se i fatti raccontati fossero semplicemente inventati o anche solo non qualificabili come delitti»”.

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