ROMA – Pensioni, l’anti Fornero eccola qua. Eccola la nuova legge sulle pensioni praticamente già in cottura nel forno giallo-verde. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui, Ladyblitz – Apps on Google Play] Se governo giallo verde sarà, se sarà governo M5S-Lega gli italiani per andare in pensione dovranno scalare quota 100. E non sarà alpinismo e neanche arrampicata sportiva, sarà una tranquilla passeggiata con lieve pendenza.
Quota 100 vuol dire che per andare in pensione bisogna mettere insieme 100 punti. Punti di che? Di anni di età, ogni anno vale appunto un punto. Cui sommare gli anni di contributi versati, anche qui un anno vale un punto. Quando si arriva a 100 è fatta, si va in pensione.
L’esempio più classico è quello dei 65 anni di età cui si sommano 35 anni di contributi previdenziali versati. La somma è appunto 100 e con l’anti Fornero si torna ad andare in pensione a 65 anni rispetto ai 66 anni e 7 mesi attuali e ai 67 anni previsti per il 2019. Quindi sconto secco di due anni sull’età pensionabile, due anni in meno di attesa per andare in pensione.
Non solo, rientrano, ritornano alla grande le pensioni di anzianità di fatto quasi abolite dalla Fornero, si torna ad andare in pensione con 35 anni di contributi versati.
Ma l’anti Fornero consente di andare oltre: anche 64 (anni) più 36 (contributi) fa 100. Quindi si va in pensione anche a 64 anni. Fin qui M5S-Lega sono arrivati. Oltre pare si fermino: a 63 (anni) 37 (contributi) non sono arrivati. Non per scarsa generosità ma perché mandare la gente in pensione a 63 anni significa tanti di quei soldi pubblici che neanche la fervida creatività giallo-verde riesce a immaginare.
Però con 40 (o 41) anni di contributi l’anti Fornero ti manda in pensione a qualunque età anagrafica.
Resta un problema, grande quanto una, dieci, cento case. Il problema del chi paga e con quali soldi? Questo non è per definizione un problema giallo-verde. I soldi si trovano o più probabilmente si inventano. Il problema si chiama contributi figurativi. Sono cioè quegli anni di contributi previdenziali cui non corrisponde effettivo lavoro ed effettiva retribuzione ed effettivo accantonamento.
Gli anni di contributi figurativi li paga la cosiddetta fiscalità generale, insomma li paga lo Stato con le tasse. Se l’anti Fornero che arriva lascia liberi di partecipare al conteggio per arrivare a quota 100 anche i contributi figurativi, finisce che in pensione ci si va a 65 o 64 anni con 30/32 anni di contributi veramente versati. Finisce che si paga per la pensione per trenta o poco più anni e pensione si incassa mediamente per venti anni.
Una roba che per far saltare il banco ci mette molto meno: entro tre, quattro anni al massimo di questa roba le pensioni che l’anti Fornero torna a dare con generosità non potranno essere pagate al cento per cento del loro ammontare. O potranno essere pagate in qualcosa, qualunque cosa, ma non certo tutte e tutte intere in euro.
Pensioni, quota 100 facile da raggiungere sul versante che porta alla vetta pensione. Poi, raggiunta la cima, l’altro versante non è più dolce declivio, è invece strapiombo a parete. Quota 100 è fatta così, si arriva facile e da sotto spingono in molti per arrivare, sempre di più spingono e quindi quelli che sono arrivati inevitabilmente vengono spinti giù, nel burrone.