ROMA – Il numero degli esodati ”è di circa 65mila e pertanto l’importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata col decreto Salva Italia, è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze senza dover ricorrere a risorse aggiuntive”. Lo comunica il ministero del Lavoro. Secondo il ministero, quindi, le cifre circolate nei giorni scorsi, quelle che parlavano di 300 mila esodati sono lontane dalla realtà.
Il Ministro del lavoro Elsa Fornero, spiega una nota del ministero, ”ha ricevuto oggi i risultati dell’analisi compiuta dal tavolo tecnico istituito per le problematiche relative ai cosiddetti salvaguardati. Il lavoro dei tecnici è stato guidato dall’obiettivo di evitare che lavoratori in prossimità del pensionamento si trovino senza reddito e senza pensione, nonché ispirato dai criteri della trasparenza e dell’equità, al fine di evitare disparità di trattamento fra situazioni analoghe”. Ed ha quindi accertato il numero, in ”circa 65mila”, indicando che non servono risorse aggiuntive per l’intervento del governo.
”Proprio per rispetto verso queste persone il Ministro Fornero ha voluto che il controllo dei dati fosse scrupoloso e preciso, una stima che ha quindi richiesto un’analisi di dettaglio molto puntuale e un tempo relativamente lungo che può aver alimentato preoccupazione. Si è data così risposta a una situazione di comprensibile ansia per migliaia di persone, fugando un ingiustificato allarmismo”.
Nel pomeriggio il ministro del Welfare, prima di entrare in Commissione Lavoro alla Camera per la proposta di nomina del professor Massimo De Felice a presidente dell’Inail, aveva detto: “La questione degli esodati è delicata. Ognuno dà i numeri come gli pare. Noi faremo un comunicato”. E così è stato: sono circa sessantacinquemila.
Ieri l’Inps ne contava 130 mila in uscita in quattro anni. “I lavoratori che nei prossimi quattro anni entreranno in mobilita’ sulla base degli accordi fatti entro dicembre 2011 sono circa 45.000”, aveva detto il direttore generale Inps Mauro Nori rispondendo a una domanda sugli esodati in una audizione alla Camera. Per Nori altri 13-15.000 lavoratori sono nel fondo di solidarietà del credito. Altri 70.000 sono usciti dal lavoro sulla base di accordi volontari. Si tratta solo della platea massima perché “una parte di questi avranno nei prossimi 4 anni i nuovi requisiti per la pensione”.
Nei giorni scorsi si parlava di una platea di circa 450mila lavoratori che, secondo il ministro Fornero non avrebbe permesso “ovviamente di dare risposte a tutti”. Anche perché ”ci sono situazioni molto diverse”. Il governo, aveva ribadito Elsa Fornero, “sta cercando criteri di equità”.
Dati sballati secondo la Cgil, che avverte: ”Il governo scherza con il fuoco. Si confermano infatti i dati che erano contenuti in manovra che come sa bene lo stesso governo si riferiscono ad una sola delle tipologie di lavoratori senza stipendio e senza pensione”, dice il segretario confederale Vera Lamonica. ”La Cgil conferma la sua posizione: va trovata una soluzione per tutti coloro che sono senza pensione e senza reddito e la lotta continuerà fino a questo risultato. La manifestazione di domani sarà una prima grande risposta”.
Per la Cgil, aggiunge Lamonica, ”Se fossero veri questi dati di oggi non si capirebbe perché si è voluto tenere per mesi l’intero paese in ansia, non si capirebbe il lungo lavoro del parlamento sul milleproroghe, e non si capirebbero le esternazioni continue dello stesso governo su questo tema. Ma se fossero vere queste cifre, dovremmo anche dire che le migliaia di lavoratori e lavoratrici che si sono rivolti al sindacato non sono reali. Sono solo dei fantasmi”.
Intanto i sindacati confermano che scenderanno in piazza, il 13 aprile, con una manifestazione unitaria a Roma. I leader di Cigl, Cisl, Uil, e Ugl, saranno insieme al corteo che partirà da Piazza Esedra, e parleranno dal palco in piazza Santissimi Apostoli, per chiedere soluzioni alla ”drammatica situazione delle migliaia di persone senza più stipendio e senza pensione” e ”allo scandalo delle ricongiunzioni onerose”.