ROMA – Pensioni, chi da aprile o da luglio andrà in pensione con quota 100, cioè a 62 anni di età, il Tfr, la liquidazione, quando lo prende, quando lo incassa? Per i dipendenti pubblici che da luglio-ottobre 2019 andranno in pensione con quota 100 il Tfr arriverà come sempre per gli statali con un paio di anni di ritardo dopo la cessazione dal lavoro? O peggio il Tfr arriverà in tasca al neo pensionato quando questi avrà compiuto 67 anni e cioè la vera età pensionabile?
Di certo per pagare subito il Tfr a chi andrà in pensione a 62 anni i soldi non ci sono. Questo è sicuro. Proprio sicuro. Lo ammette anche il governo. Si tratta di miliardi che proprio non ci sono. E allora il governo vorrebbe siano le banche ad anticipare, prestare i soldi. Prestarli ai neo pensionati? No, prestarli al governo. Ma le banche non prestano miliardi gratis, sarebbe follia autolesionista da parte loro. Vogliono un tasso di interesse. Ma M5S al governo considera anatema pagare un euro alle banche, sia pure per remunerare un prestito. E poi M5S di quota 100 un po’ se ne frega. Quella delle pensioni è partita e roba di Salvini dicono in M5S, se la pianga lui se ci sono problemi.
I Navigator invece se li è inventati Di Maio: saranno cinquemila e saranno assunti e saranno gli unici assolutamente certi di trovare un posto di lavoro grazie al reddito di cittadinanza. Già, ma chi li assume? Quando? Ci sarà un concorso? A livello nazionale o regionale? Da tener presente che i 5000 navigator dovranno entro marzo essere, nell’ordine, assunti, assegnati, istruiti, messi in ufficio ed essere in grado di vagliare le singole posizioni di milioni di percettori del reddito di cittadinanza, oltre ad avviare fruttuosi contatti tra il mercato del lavoro e i senza lavoro finanziati dal reddito. Neanche nella fantasia più sfrenata tutto ciò è lontanamente possibile. Tanto più che al 17 gennaio reddito di cittadinanza non è ancora legge scritta.
Dal 17 gennaio a fine marzo: il tempo per fare poco o nulla. Anzi, il tempo per forse mettere burocraticamente il visto si paghi alle domande di reddito di cittadinanza. Senza letteralmente neanche avere il tempo di vagliare ci siano o no davvero le condizioni per ottenerlo. Figurarsi verificare e realizzare le condizioni per mantenerlo. Ma i Navigator, chi, come li assume e gli Isee incontrollati e incontrollabili sono partita e cosa di Di Maio pensano alla Lega. Se ci sono problemi, se li pianga M5S.
Un’ altra cosa però è certa mentre incerti sono i numeri, i numeri dei soldi di quota 100 pensioni e reddito cittadinanza. Certa è la corsa a pagare qualcuno e qualcosa entro aprile. Salvini e Di Maio hanno bisogno che qualcuno vada in pensione a 62 anni entro maggio e che qualcuno intaschi almeno in parte i 780 euro al mese da reddito di cittadinanza. Salvini e Di Maio ne hanno bisogno come l’aria: a maggio si vota per le europee. E quindi è corsa a pagare entro aprile. Magari pochi, magari a metà, ma entro aprile.
Pagare entro aprile, almeno qualcuno. Con la paura inconfessata e inconfessabile che poi diventino troppi. L’insistenza di Conte, Salvini e Di Maio sui furbetti e furbi del reddito di cittadinanza che saranno stanati e stangati non è solo ansia di legalità, è anche consapevolezza di grande tentazione e difficile controllo. E quota 100 è su base volontaria, se a volere la pensione prima fossero più del previsto?
Puara che che i neo pensionati vogliano essere troppi e che i richiedenti reddito di cittadinanza siano troppi. Troppi per i soldi che ci sono. Troppi, più del previsto. Mentre meno del previsto sono già ora i soldi. Quelli del Bilancio pubblico. Nella legge votata neanche 20 giorni f c’è scritto: Pil 2019 più 1 per cento. E’ già Pil 2019 più 0,5 per cento. Fanno 8/9 miliardi in meno. Conti che non è neanche finito gennaio, figurarsi a maggio.