ROMA – Sulle pensioni il Pd sente il richiamo della foresta comunista e insiste a volere perseguitare chi nella vita ha guadagnato di più, primo passo, tutto fa pensare, al blocco anche delle retribuzioni più alte. A questa vera e propria forma di odio sociale non si è sottratto Matteo Renzi, ma il sentimento è diffuso, assorbe anche il Pdl che, fuori dalla tutela degli interessi di Berlusconi e della stupida e perniciosa battaglia dell’Imu, non ha iniziativa politica, come lascia ben intendere l’articolo di Mario Sensini sul Corriere della Sera intitolato: “Pensioni, l’offensiva del Pd Prelievo sugli assegni d’oro e via il blocco oltre i 1.500 euro”.
Naturalmente escluse pensioni e vitalizi di parlamentari, consiglieri regionali e resto dell’allegra brigata. Scrive Mario Sensini:
“Mercoledì il Senato inizia a votare gli emendamenti alla Legge di Stabilità, ma i partiti di maggioranza hanno ormai messo le carte sul tavolo. Molte proposte di modifica riguardano le pensioni, ed in particolare il ripristino dell’indicizzazione per quelle sopra 1.500 euro”.
Tra i due principali partiti, Pd e Pdl le divergenze sul tema pensioni non sono molto accentuate:
“Tutti puntano ad evitare un’eccessiva penalizzazione su quelle di importo più basso. Il Pdl vorrebbe far scattare il blocco dell’indicizzazione solo per le pensioni oltre 6 volte il minimo, e solo per i pensionati che hanno meno di 68 anni. Anche il Pd chiede di reintrodurre l’indicizzazione piena sulle pensioni più basse, sopra 1.500 euro, ma suggerisce di compensare i costi con un maggior prelievo sulle pensioni d’oro (oltre i 90 mila euro annui)”.
Conferma Salvatore Cannavò sul Fatto:
“l Pd ha deciso di presentare diversi emendamenti alla legge di Stabilità tra cui quelli sulle pensioni: recupero della deindicizzazione del quarto, quinto e sesto scaglione pensionistico (da 2.000 a 3.000 euro), e allargamento della platea degli “esodati” da salvaguardare. A pagare dovrebbero essere le “pensioni d’oro” con la riduzione da 150 a 90mila euro della soglia oltre la quale versare il contributo di solidarietà del 5% e oltre”.
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