Peschereccio mitragliato dai libici, l’affondo della Lega: “Le scuse di Tripoli non bastano”

Pubblicato il 15 Settembre 2010 - 10:49 OLTRE 6 MESI FA

Alla Lega le scuse di Tripoli dopo gli spari libici sul peschereccio “Ariete” non bastano. “Alla luce della sparatoria di domenica sera, le scuse del governo Gheddafi non bastano e l’Italia deve pretendere di più”. A parlare è  Stefano Stefani, il presidente del Carroccio della commissione Esteri, sulla Padania, e chiede che “vengano ridefinite le regole di ingaggio e finalmente si risolva una volta per tutte la questione delle acque internazionali fra Italia e Libia. Poiché i pescatori italiani spesso sconfinano perché il confine delle acque non è chiaro”.

Poi continua: “Bisogna cogliere l’occasione per risolvere i contenziosi e ridefinire l’intera situazione, tutelando sia i pescatori di Mazara che la sicurezza degli Stati”.

Intanto a Unomattina Fabrizio Cicchitto e Dario Franceschini si sono scontrati sulla questione. Da un lato il capogruppo Pdl alla Camera ha accusato l’opposizione di usare “la demagogia, che non serve a niente”. Dall’altro il capogruppo del Pd ha risposto su quello che definisce un episodio “gravissimo” e ha rimandato le accuse alla maggioranza, rea per lui di non difendere “la dignità del Paese”.

“Abbiamo un interlocutore che è Gheddafi, che presenta caratteristiche singolari, ma con il quale dobbiamo fare i conti. Può scaricarci migliaia e migliaia di immigrati sulle nostre coste. Va condannato tutto l’episodio del peschereccio, è deplorevole, ma una rottura con Gheddafi e con la Libia comporterebbe conseguenze disastrose per il nostro Paese”, ha detto Cicchitto.

Franceschini ha replicato: “Nessuno vuole rompere, ma questo non vuol dire chinare la testa”. All’episodio accaduto nel mediterraneo “qualsiasi Paese avrebbe reagito in modo durissimo, da noi è stato archiviato come incidente. Ed è gravissimo che il ministro dell’Interno abbia detto ‘credevano ci fossero degli immigrati’, come se in quel caso fosse lecito sparargli addosso. C’è un atteggiamento di sottomissione psicologica nei confronti del colonnello, cui abbiamo offerto in agosto un palcoscenico per fare spettacolo quando è venuto in Italia. In quell’episodio c’è dentro un problema di perduta dignità del Paese e di danno alla dignità delle donne italiane”.

Alle 15 per il question time sarà il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, a riferire alla Camera sulla vicenda dell’Ariete. Secondo quanto riferito dalla Farnesina il ministro degli Esteri, Franco Frattini, non ci sarà perché impegnato in una visita a Zagabria. Oltre a Vito, parteciperanno anche i ministri Calderoli, Gelmini e Fazio. Le richieste al governo di riferire in Aula erano state avanzate da Pier Ferdinando Casini e dal capogruppo dell’Idv, Massimo Donadi.