Piedi confusi. Beppe Savoldi dice no a Sel: “Vendola o Bossi, uguali sono”

Piedi confusi. Beppe Savoldi dice no a Sel: “Vendola o Bossi, pari sono”

ROMA – Beppe Savoldi, ex mister miliardo della serie A anni ’70, ha rifiutato la candidatura offertagli da Sel in Campania. Il nono posto in lista non era esattamente l’assist che si aspettava per tentare l’avventura in Parlamento. E infatti, l’ex bomber ha dovuto, gentilmente, declinare la proposta, quelli di Sel in fondo “sono brave persone” ammette, ma da qui a correre solo per la gloria, ce ne passa. Soprattutto, non è che Savoldi coltivi proprio il fuoco sacro per la sinistra più a sinistra, visto che tre anni fa era stato già candidato a Bergamo dalla Lega Nord. Sollecitato da Repubblica su questa, diciamo così, schizofrenia ideologica, non è riuscito a fugare i dubbi sulla sua consapevolezza politica. “Sono uguali per lei Lega e Sel?”, chiede il giornalista Concetto Vecchio. Risposta articolata: “Se uno vuole dare un contributo all’Italia, al popolo, a Bergamo, non importa tanto il colore, no? Al ragazzo che fa sport non chiedi di che partito sei”.

No davvero no, come quando vinceva la classifica dei cannonieri: se giochi con il Bologna, oppure con il Napoli, l’importante è fare gol, che vuoi che conti il colore della maglia? Se dovessimo aggiungere un codicillo al galateo politico, onde evitare che qualcuno metta i piedi nel piatto dei partiti, la vicenda Savoldi verrebbe davvero utile quale esperienza standard da mai più ripetere. Non candidare qualcuno per cui i partiti sono tutti uguali. Se la lista è in Campania, non inserire uno di Bergamo. Chi esige un posto sicuro, dimostri di avere piedi meno confusi di uno come Savoldi. Il quale non si fa mancare nemmeno la soddisfazione di sputare preventivamente sul piatto dove avrebbe desiderato mangiare: “Sono schifato da questa politica, si prendessero finalmente le loro responsabilità”.

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