ROMA – Le elezioni anticipate saranno inevitabili solo se a dimettersi saranno anche altri parlamentari oltre a quelli del Pdl, ad esempio i Cinque Stelle. In pratica la palla passerebbe in mano a Beppe Grillo. Lo ha spiegato l’ex presidente della Consulta, Piero Alberto Capotosti, intervistato da Maria Antonietta Calabrò per il Corriere della Sera.
”Bisogna vedere quanti saranno a dimettersi – spiega Capotosti – se raggiungeranno la metà più uno dei componenti anche in una sola Camera. E’ questa la massa critica che cambia tutto, perché a quel punto l’organo costituzionale, cioè la Camera di appartenenza dei parlamentari dimissionari non può più funzionare. E questo fatto costituirebbe per lo stesso capo dello Stato, pur contrario a indire nuove elezioni, un fatto istituzionalmente non sormontabile”.
Lo scenario che potrebbe prospettarsi è il seguente:
”Paradossalmente, il Pdl potrebbe rinnovare la fiducia al governo Letta e subito dopo presentare le dimissioni in massa”, osserva Capotosti.
In questo modo,
“il governo non cadrebbe, ma le Camere si paralizzerebbero e quindi si creerebbero le condizioni di fatto perché il capo dello Stato prenda in considerazione l’ipotesi dello scioglimento. Si creerebbe una situazione a dir poco kafkiana, che non è solo politica, ma istituzionale”.