Piero Ostellino: in Italia magistratura maionese impazzita, priva di controllo

 

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Ruby: un caso di giustizia

Quando Ilda Bocassini, pm del processo Ruby contro Berlusconi, ha detto:

“Io non ho dubbi”,

in quel momento, a Milano, si è vista

“la differenza fra i Paesi dove la Giustizia è amministrata in nome della rule of law, «il governo della legge», e, processualmente, contano le prove; e quelli in cui la giustizia si fonda sugli uomini («Se dico che il tale è colpevole, credete a me, lo è»)”

Questo è avvenuto

“ad un certo punto della lunga e articolata arringa [requisitoria sarebbe da dire, di Ilda Bocassini] nel corso della quale ha dato della bugiarda a Ruby, deducendone che Berlusconi ha fatto sesso con lei, e ha concluso che se il funzionario della Questura che ha ricevuto la telefonata da Berlusconi su «Ruby nipote di Mubarak» nega di essere stato concusso vuol dire che lo è stato”.

Perché non ci siano dubbi, Piero Ostellino mette subito le cose in chiaro:

“Anch’io, come la signora Boccassini, non ho (molti) dubbi che il Cavaliere abbia la vocazione del puttaniere e la eserciti volentieri”.

Ma, e qui il garantista liberale prorompe,

“se, nel corso di un processo, non si trova la (supposta) vittima del puttaniere, il sopruso di cui il puttaniere è accusato non è «una categoria della realtà», una prova giudiziaria, ma scade a «teorema» del magistrato. Il vizio di metodo non assolve ancora, evidentemente, il Cavaliere, ma è pur sempre un bel masso sulla strada della prova di aver abusato di una minorenne ancorché sospetta di mentire…”

Ilda Boccassini, ci rassicura Piero Ostellino, è

“un bravo magistrato e, del resto, lo testimonia la sua brillante carriera. Rispetto a Di Pietro ha mostrato, nella circostanza, persino una certa propensione garantista, limitandosi a esprimere i propri dubbi sulla colpevolezza dell’accusato. Di Pietro lo avrebbe messo in galera e non ce lo avrebbe tirato fuori fino a quando, pur di uscirne, non fosse stato disposto ad accusarsi di aver fatto sesso anche con la propria mamma”.

Tuttavia, la requisitoria di Ilda Bocassini, che Piero Ostellino insiste a chiamare arringa,

“non ha provato in modo ineccepibile le accuse a carico di Berlusconi sia di corruzione di minorenne, sia di concussione di funzionario pubblico e, tanto meno, è stata la dimostrazione della bontà del concorso per magistrati. Ruby non è diventata meno credibile spostando — come lei ha fatto con un clamoroso errore geografico — il suo luogo di nascita (il Marocco) a Oriente e trasformandola, con ciò, in una furba e mentitrice «levantina» (Come tutti gli orientali ? Ahi, ahi, signora Boccassini…)”.

Pweò, attenzione, avverte Piero Ostellino:

“fare una colpa ai magistrati della nostra pessima giustizia non ha senso. La magistratura, come corpo organico di impiegati pubblici, è un grande apparato burocratico che non esiste, in quanto tale, nelle democrazie liberali, dove si esercita la Giustizia in modi diversi e proceduralmente più garantisti per l’accusato (secondo Habeas corpus).

“Da noi, per storia, natura e funzioni la magistratura è tutt’altro che garantista. Durante il fascismo, serviva il tiranno. Dopo la caduta del fascismo, trasferita tale e quale in un contesto pluralista, si è trasformata, priva di controllo democratico, in una maionese impazzita. E si vede”.

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