Pisapia espugna Milano, a Berlusconi non bastano zingari e moschee

Pubblicato il 30 Maggio 2011 - 19:27 OLTRE 6 MESI FA

Giuliano Pisapia (Foto LaPresse)

MILANO – A novembre dello scorso anno, vedendo i risultati delle primarie milanesi del Pd, in tanti in casa Pdl si erano fregati le mani. Aveva vinto un “vendoliano”, uno della sinistra cosiddetta radicale, aveva perso il Pd. Contro ogni pronostico Giuliano Pisapia si era guadagnato il diritto a sfidare Letizia Moratti.

Il comune di Milano, però, era lontanissimo con Letizia Moratti ben comoda sulla sua poltrona di sindaco. “Figuriamoci se un comunista…” il leit motiv di tanti esponenti del centrodestra milanese. In poco più di sei mesi è cambiato tutto: ora il sindaco di Milano è proprio Giuliano Pisapia. E’ sindaco nonostante (o forse anche per) le accuse di furto, le polemiche sulla moschea, i rom, l’Expo a rischio ecc… Tutti gli argomenti di “pancia”, tutti i tentativi di terrorizzare i milanesi hanno fallito.

Ha fallito soprattutto Berlusconi che del test di Milano aveva fatto una sorta di prova sullo stato di salute del Governo. Mossa “furba” in teoria, disastrosa e potenzialmente distruttiva in pratica. “Furba” perchè a Milano il Pdl giocava in casa,  partiva con diversi punti di vantaggio e governava ininterrottamente dagli albori del berlusconismo. Disastrosa perché riesce nello stesso tempo a dare un’immagine del governo a pezzi e riesce a incrinare l’asse di ferro con la Lega. Gli scambi di accuse Bossi-La Russa- Salvini prima del voto sembrano solo un antipasto.

Pisapia, invece, si prende Milano dopo una campagna elettorale sobria e tra la gente. Vince al ballottaggio con un 55,11% dopo aver chiuso avanti il primo turno. Vince senza apparentamenti: i moderati del Terzo Polo, insomma, non si sono fatti spaventare né da “zingaropoli” né dalla “città islamica” o dalla “Stalingrado italiana” illustrate da Berlusconi e Bossi. Rimane il dubbio che la spinta decisiva gli sia venuta proprio dal suo avversario e da quella strampalata accusa di furto. Pisapia, grazie a questo e altri episodi è divenuto una sorta di “eroe-martire”. Esempio il gruppo su Facebook: “Tutta colpa di Pisapia”.

”Abbiamo liberato Milano, ora dobbiamo ricostruirla, dobbiamo farla tornare la città dell’accoglienza, la città gioiosa che sorride” ha detto il neo sindaco parlando in piazza Duomo. Progetto ambizioso: Pisapia ci inizierà a lavorare da domani. Oggi, invece, può godersi una festa, fino a qualche settimana fa, assolutamente inaspettata.