Pm del processo Antonveneta: “Mi sento preso in giro da Brancher, quali sono le sue deleghe?”

Pubblicato il 26 Giugno 2010 - 10:36 OLTRE 6 MESI FA

Aldo Brancher

Il pm di Milano nel processo Antonveneta, Eugenio Fusco, si sente “preso in giro” dal neo ministro Aldo Brancher che proprio per quel processo ha chiesto il legittimo impedimento, prima per organizzare il ministero poi, ritrattando, per organizzare degli appuntamenti istituzionali. E dunque Fusco si è opposto alla concessione del rinvio per legittimo impedimento in quanto, dice, nella documentazione della presidenza del Consiglio, ”non sono minimamente precisati” quali sono gli impegni ministeriali dello stesso Brancher. Brancher nella vicenda Antonveneta è imputato di concorso in appropriazione indebita e ricettazione per denaro ricevuto da Gianpaolo Fiorani, un tempo a capo della Banca Popolare di Lodi.

”So che è ministro senza portafoglio – ha argomentato il pm – ma non so con quali deleghe del presidente del Consiglio. Se non conosco le deleghe di questo ministro come posso immaginare quali sono i suoi impegni istituzionali?”.

“Qui non c’è nessun legittimo impedimento – prosegue Fusco – il processo si deve fare e dal 20 al 31 luglio. Prima delle ferie il processo bisogna farlo”. Fusco sottolinea come il legale di Brancher, Filippo Dinacci, chiedendo il rinvio per legittimo impedimento, abbia fatto riferimento a numerosi provvedimenti legislativi, finalizzati alle riforme che vedono impegnato Brancher in prima persona. ”Questi però – precisa il Pm – sono lavori parlamentari e, proprio per questo, si era deciso di fare udienze di sabato. Quando queste attività non si svolgono. Non ho detto nulla e non mi sono opposto a due precedenti richieste di legittimo impedimento, ma in questo caso il legittimo impedimento non c’è. E la verità è che il ministro Brancher doveva esserci”.

Pur evidenziando profili di incostituzionalità del provvedimento sul legittimo impedimento, il Pm non ha chiesto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. Ha detto, però, che nel caso in cui il giudice dovesse decidere di farlo sarebbe inevitabile uno stralcio della posizione di Brancher rispetto a quello della moglie, Luana Maniezzo, coimputata del ministro. Intanto il giudice del Tribunale di Milano Anna Maria Gatto deciderà il prossimo 5 luglio (data in cui è prevista la prossima udienza) sulla richiesta di legittimo impedimento presentata dal ministro Aldo Brancher.

Legale di Brancher: se viene accolta la tesi del pm c’è conflitto di attribuzione. Qualora il giudice Anna Maria Gatto dovesse ritenere sindacabile il legittimo impedimento ”si aprirebbe la strada a un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato”. Lo pansa uno dei legali del ministro Aldo Brancher, Filippo Dinacci, il quale ha spiegato che a sollevare un eventuale conflitto potrebbe essere la presidenza del Consiglio.

Il legale invita anche a “non strumentalizzare le parole del Presidente della Repubblica” che, dice, “sono una opinione autorevole ma che non può, nè deve avere peso processuale. Nessuno deve strumentalizzare in alcun modo la figura del presidente della Repubblica”.

Idv: pronta a mozione di sfiducia. “Dal Tribunale di Milano arriva solo la conferma di quanto l’Italia dei Valori ha sempre denunciato con forza. Il signor Aldo Brancher si è fatto nominare ministro dal presidente del Consiglio per garantirsi l’impunità ed evitare di presentarsi questa mattina all’udienza del processo che lo vede imputato per ricettazione e appropriazione indebita nella scalata ad Antonveneta da parte di Bpi. Brancher e il governo hanno preso in giro i magistrati, il Quirinale e il Paese intero”. Lo afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando.

“Il solito atto di prepotenza di questo regime da operetta che utilizza l’illegalità come modus operandi – dichiara l’esponente dipietrista – lo ha affermato il Colle ieri, lo ha ribadito il tribunale di Milano oggi: non c’è nessun legittimo impedimento per l’inutile ministro Brancher, arrestato e recluso a San Vittore ai tempi di Mani Pulite per falso in bilancio e finanziamento illecito all’allora Psi. E salvato solo, è bene ricordarlo, dalla depenalizzazione del primo reato e dalla prescrizione del secondo”.

“L’Italia dei Valori – conclude – invita per l’ennesima volta il signor Aldo Brancher a lasciare la poltrona di ministro e a farsi processare. Per questo presenteremo una mozione di sfiducia nei suoi confronti e chiederemo a tutto il Parlamento di sottoscriverla”.

Pedica in sit-in davanti palazzo Chigi: aspetto il neo ministro. “Siamo, insieme alla stampa ed ai Tg davanti alla Presidenza del Consiglio, aspettiamo che il neo ministro Brancher si rechi a lavoro, visto che oggi era legittimamente impedito a presentarsi di fronte al Pm,ma sin ora nessun neo ministro si è fatto vivo”. E’ quanto afferma Stefano Pedica, senatore dell’Idv.