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Tra polenta e coda alla vaccinara, tra un Frascati e un Lambrusco pace fatta tra Alemanno e Bossi

di admin |6 Ottobre 2010 16:43

Una tovaglia bianca, un gazebo davanti Montecitorio, un po’ di vino dei castelli, un bel Lambrusco e un brindisi a favore di telecamere. Comincia così, intorno alle 13, il pranzo della “pace” tra Umberto Bossi e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Un pranzo simbolico di circa mezz’ora all’ombra del Parlamento per suggellare la fine delle ostilità tra il Senatur e i romani, a cui giorni fa ha dato dei “porci”. Una pace fatta con la pasta e la polenta, due cuochi, uno del sì e uno del nord, una sciarpa della Roma per il Senatur, la Polverini che lo imbocca. Insomma… una storia e una polemica che finisce “a tarallucci e vino”, come si dice nella Capitale. Anche se a un Alemanno conciliatore che dice ”questo è il momento di scambiarci reciproche abitudini” replica un Bossi chiuso che a chi gli offre la coda alla vaccinara dice: “Io mangio la polenta”. Ma poi prima di andarsene dice: “Pace è fatta”.

All’inizio della banchettata di riconciliazione c’è stato un contrattempo. Il pranzo doveva essere iniziato già alle 12.30. Era tutto pronto a piazza Montecitorio. Sotto i dieci gazebo bianchi erano stati preparati tavoli apparecchiati, accesi i fornelli con su polenta e coda alla vaccinara oltre a salumi e litri di vino. Il sindaco e il ministro sono arrivati attorno alle 12 ma la calca ha costretto gli esponenti della Lega, Roberto Calderoli e Luca Zaia, ad accompagnare il loro leader dentro Montecitorio. Poi, però, il Senatur è stato riaccompagnato sotto il gazebo e fatto sedere al fianco di Alemanno e di Renata Polverini. Questo solo dopo aver ribadito la sua riprovazione per un Gran Premio di Formula 1 a Roma al suono di: “Cazzo lo corri il Gp a Roma?”.

Il menù. Finisce dunque a “tarallucci e vino”, come si direbbe a Roma, la polemica sull’insulto di Umberto Bossi. Una pace suggellata da un menù “multiculturale” che prevede polenta, per accontentare il palato del padanissimo Bossi, e rigatoni al sugo di coda alla vaccinara, tipici della città di cui Alemanno è primo cittadino. Ad accompagnare il tutto, salumi, vini e un po’ di cicoria ripassata in padella.

Per suggellare la pace sono approdati a Montecitorio cuochi di Testaccio, quartiere popolare di Roma noto per le trattorie romane doc, e di Modena. Hanno cucinato cicoria ripassata, coda alla vaccinara, rigatoni con sugo di coda e trippa, il tutto annaffiato da 80 bottiglie di Frascati Doc mentre l’Italia settentrionale ha portato in trasferta sei forme di Parmigiano Reggiano, salame e 200 chili di polenta al ragù per un totale di un migliaio di porzioni e da bere Lambrusco a volontà.

Per cucinare per gli invitati al pranzo all’aperto organizzato davanti all’obelisco di piazza Montecitorio il Campidoglio si è affidato alla trattoria ‘I Mattarelli’ di Testaccio mentre, in trasferta, la Lega Nord ha portato i sui militanti di Modena che si sono improvvisati chef e si danno da fare davanti a pentoloni di polenta. Per il pranzo è stato allestito un tavolo quadrato molto spartano con tovaglie tipiche da picnic a quadri bianchi e verdi per la parte ‘leghista’ del tavolo e in stoffa marrone per la trattoria romana.

Mentre a tavola si fa la pace, in piazza si litiga. Mentre al tavolo Bossi e Alemanno suggellavano la pace , non si è mai fermata la polemica tra i militanti della Lega e gruppi di romani. ‘Alemanno sindaco de Roma’ scandivano i militanti di ‘Popolo di Roma’. ‘Bossi, Bossi, Bossi’ e anche ‘Padania libera’ gridavano dall’altro lato i verdi padani. Per la durata del pranzo, le due contrapposte ‘tifoserie’ si sono alternate, facendo quasi un unico coro. Ma quando sono arrivati in piazza sostenitori di Pd e Italia dei Valori, ma anche semplici cittadini, a contestare il Senatur, gli animi si sono surriscaldati.

‘Roma la sinistra l’ha rovinata’ ha risposto il ‘Popolo di Roma’ a chi contestava il sindaco Alemanno. ‘La Lega è per la legalità’ scandivano i militanti padani. Ad un certo punto, c’è stato un confronto diretto tra romani e leghisti, giunti dal Nord: ‘Al governo ce state voi, ve li state a magna’ voi i soldi. Siete dei maiali’ hanno urlato”, hanno urlato alcuni romani. Dall’altra parte hanno risposto: ‘Siamo venuti perché c’era una festa, siamo in pace, non contestiamo nessuno. Roma ladrona? Adesso che ci siamo noi, lo è un po’ meno, ma ci sono da mettere a posto le cose’.

Non mancano le proteste. Per dire no ad un pranzo organizzato con ”chi offende Roma” e da ”un sindaco vassallo” il Movimento per Roma di Michele Baldi, ex capogruppo di Forza Italia durante la precedente giunta comunale, ha organizzato una protesta davanti a piazza Colonna. Circa un centinaio di rappresentanti si sono fermati davanti alla galleria Alberto Sordi proprio perché le forze dell’ordine gli hanno impedito di attraversare la strada per raggiungere piazza Montecitorio.

Il sit-in, pacifico, si è animato solo per qualche secondo quando dall’altra parte della strada, è passato un gruppo di persone con qualche bandiera della Lega Nord. Solo un momento di agitazione ma nessun contatto tra i due gruppi e, in particolare, il Movimento per Roma ha ribadito alle forze dell’ordine di voler fare una protesta pacifica. Armati solo di fischietti vogliono ribadire, per voce di Baldi, ”che si tratta di un pranzo organizzato con chi ha insultato e insulta Roma ed è nemico di Roma da un sindaco vassallo preoccupato solo di fare affari”.

Pd-Idv: dalla porcata alla porchetta. Non sono mancate le critiche anche dalle opposizioni. ”Dalla porcata alla porchetta” è uno degli slogan esposti da un gruppo di militanti del Pd che criticano il ‘pranzo’. Un gruppo di persone ‘armato’ di chitarra sta cantando stornelli romaneschi sotto uno striscione su cui è scritto: ”Le fregature arrivano dopo ‘sta tavolata”’. In piazza davanti all’edificio che ospita la Camera c’è anche una delegazione dell’Idv, guidata dal senatore Pedica: espongono un gruppo di cartelli contro ‘Il pranzo della vergogna”.

Contestazione in piazza Montecitorio per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. ”Ti sei venduto Roma”, ”Vergogna”, ”Fascista”, ”Buffone”. A pronunciare questi slogan sono stati alcuni militanti del Pd, che sono in piazza da questa mattina. Il ministro è stato accompagnato via dagli uomini della sicurezza, che hanno tenuto distanti i contestatori. Ma loro accusano: ”è stato lui a venirci contro dicendo che siamo vergognosi”. Protagonista dell’episodio, tra gli altri, il consigliere comunale del Pd in Campidoglio Paolo Masini. ”Gli abbiamo dato un volantino – racconta Elena Improta, membro dell’assemblea regionale democratica – e gli abbiamo detto che lui, avendo origini del sud, poteva capirci. Ma lui ha detto ‘no, nun ve capisco’, e ci ha fatto marameo. A quel punto abbiamo iniziato a urlargli ‘buffone”’.

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