“I politici sono i veri criminali”: Michele Placido difende il “suo” Vallanzasca

Michele Placido

“I veri delinquenti sono in Parlamento”. Michele Placido, regista del film su Renato Vallanzasca (presentato al Festival di Venezia), difende la scelta di aver narrato la storia di un noto criminale: ”Ci sono persone che stanno in Parlamento e hanno fatto peggio di Vallanzasca. Prima di fare questo film mi sono posto il problema perché sono stato prima in un collegio di preti e poi ho fatto il poliziotto”.

La pellicola “Vallanzasca – Gli angeli del male” è fuori concorso ma ha comunque suscitato polemiche: ”Qualcuno dice che Vallanzasca è un personaggio troppo bello ma negli anni ’70 è stato un vero mito. Se lei incontra – ha detto Placido ad una giornalista – Vallanzasca oggi, viene subito sedotta”.

Il regista ha negato che il suo sia uno “spot” in favore del furfante: ”Questo mio film è un film contro Vallanzasca. Aspettate a vederlo”. Sia il regista Michele Placido che il protagonista Kim Rossi Stuart non possono che riconoscere che il capo delle banda della Comesina affascinate lo era e lo è davvero e che forse il film addirittura, come ha fatto intendere Placido in questo senso, non gli rende giustizia: ”I ragazzi italiani non credo siano capaci di dedicarsi al male dopo aver visto un film simile. Che dire poi di Renato? Era un angelo del male e sicuramente aveva una grande capacità di seduzione . Così, se nel film appare seduttivo è solo perché siamo stati fedeli al suo personaggio. Tra l’altro nella sua vita di criminale non ha mai tradito nessuno. Pensava prima agli altri che a se stesso e non si è neppure arricchito”.

Dice invece Rossi Stuart che ha convinto Placido a fare questo film di cui è anche co-sceneggiatore: ”Quello che mi colpisce di lui è la sua capacità di auto-ironia. Certo oggi non è felice di aver lasciato a terra tante persone. Insomma non incarna il male assoluto, ma una persona in cui male e bene convivono in una lotta estrema”.

E ancora Placido: ”Aveva a suo modo una sua etica: Non ha mai ad esempio fatto alleanze nè con la mafia, nè con la camorra, nè con la politica eversiva che in quegli anni cominciava ad affollare le carceri. Anche quando Turatello gli offre una quota dei ricavi delle bische lui rifiuta spiegando che lui non guadagnava facendo cose simili”.

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