La polizia cinese avrebbe 11 stazioni non ufficiali in Italia
E nel resto del mondo ce ne sarebbero oltre 100. Tante ne avrebbe piazzate il Governo di Pechino in circa cinquanta Paesi.
E’ quanto rivela il report della Ong spagnola per i diritti umani Safeguard Defender che già a settembre di quest’anno aveva pubblicato la sua indagine.
La notizia è rimbalzata nelle cronache di questi giorni, riportata anche da agenzie di stampa italiane e dal Guardian.
Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri chiede chiarezza e annuncia una interrogazione parlamentare:
“Leggiamo che la Cina, Paese nemico della democrazia, invade silenziosamente le nostre terre collocando diverse stazioni non ufficiali di polizia del Governo cinese.
Una situazione inaccettabile che rappresenta un pericolo per l’Italia. Presenterò un’interrogazione parlamentare per capire se le notizie che leggiamo siano attendibili e chiederò personalmente spiegazioni sulla vicenda per garantire la sicurezza del nostro Paese.
Credo che anche l’ambasciatore della dittatura comunista di Pechino dovrebbe rispondere con immediatezza di questi gravissimi comportamenti. Vogliamo e pretendiamo chiarezza sui fatti.
Noi non abbasseremo la testa davanti ad una dittatura che cerca di manipolare l’intero Pianeta”, conclude Gasparri.
L’Italia col maggior numero di stazioni non ufficiali di polizia cinese?
Secondo il il report della Ong spagnola per i diritti umani Safeguard Defender sarebbe proprio l’Italia, con 11 “stazioni di polizia” cinesi non ufficiali, il Paese con il maggior numero di presenze. In totale Pechino avrebbe creato una rete di oltre 100 sedi in più di 50 Paesi nel mondo.
Le città italiane con le stazioni di polizia cinese, Milano banco di prova
Le stazioni non ufficiali delle autorità cinesi in Italia sarebbero a Roma, Milano, Bolzano, Venezia, Firenze, in Sicilia e a Prato, dove si trova la più grande comunità cinese nel Paese.
Sempre secondo lo stesso report, Milano sarebbe stata il banco di prova europeo per una strategia finalizzata al monitoraggio della popolazione cinese all’estero e costringere i dissidenti a tornare a casa .
A settembre 2022 risultavano cinquantaquattro stazioni, a dicembre 2022 quarantotto in più.
La Ong spagnola con sede a Madrid a settembre ha riferito che presumibilmente esistevano 54 stazioni di questo tipo in tutto il mondo: la notizia aveva fatto scattare indagini di polizia in almeno 12 paesi tra cui Canada, Germania e Paesi Bassi.
Il 5 dicembre in un aggiornamento sul caso Safeguard Defender ha affermato di aver identificato 48 stazioni aggiuntive tra cui le 11 che sarebbero in Italia.
Altre stazioni recentemente identificate si troverebbero in Croazia, Serbia e Romania.
Per la Cina le stazioni di polizia sarebbero semplicemente “stazioni di servizio” per assistere i cittadini cinesi in procedure come il rinnovo del passaporto o della patente di guida.