Polverini: “Bilancio equo”. Ma i manifesti se li poteva risparmiare

Pubblicato il 23 Dicembre 2011 - 13:21| Aggiornato il 25 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Renata Polverini (LaPresse)

ROMA – Renata Polverini ci ha messo anche i manifesti. Il 23 dicembre Roma si sveglia tappezzata non da facce di babbo Natale ma da poster che inneggiano al “bilancio trasparente” approvato di fresco, nel pomeriggio di giovedì, dalla Regione Lazio.

E’ una manovra da 1,7 miliardi (1,4 di tagli e 300 di nuovi introiti che è un modo tecnico e un filino più educato di dire tasse). Ed è forse indispensabile. Peccato, però, che appena 72 ore prima, nel cuore della notte, la giunta Polverini avesse fatto approvare un emendamento di quelli che se non li si legge con attenzione passano per tecnicismi non interessanti.

Invece quell’emendamento spiegava che 14 assessori esterni della Regione Lazio meritavano un vitalizio e che potevano andarsene in pensione a 55 anni incassando un assegno mensile da 3 mila euro che di questi tempi non è esattamente miseria.  Per non scontentare proprio nessuno, poi, Polverini si è anche ricordata dei consiglieri decaduti dopo pochi mesi dall’incarico: Giancarlo Gabbianelli, Enzo Di Stefano e Gianfranco Sciscione. Per soccorrerli è bastata una riga di testo: “Il vitalizio si estende anche ai consiglieri cessati dall’incarico”.

Il Fatto Quotidiano, che alla questione vitalizi dedica l’apertura chiamandola “porcata”: elenca i 14 beneficiari del pacco di Natale Polverini: Francesco Lollobrigida, Stefano Celtica, Marco Mattei, Gabriella Santinelli, Stefano Zappalà, Pietro di Paolantonio, Angela Birindelli, Luca Malcotti, Mariella Zezza, Fabiana Santini, Giuseppe Cangremi, Luciano Ciocchetti, Teodoro Buontempo e Fabio Armeni.

Ma la cosa più stupefacente è probabilmente il commento di Polverini che con l’aria di chi cade dalle nuvole spiega: “Che c’è di male? Così risolviamo un’anomalia”. Deve esserne davvero convinta il presidente sindacalista visti i manifesti affissi a Roma città che celebrano il bilancio con un tanto di scritta “bilancio trasparente, pulito ed equo”. Forse almeno i soldi dei manifesti alla Regione li poteva far risparmiare.

Anche perché per i cittadini la manovra non è esattamente un cotillon: i famosi 300 milioni di nuove entrate si traducono in bollo aumentato del 10%, ritocco dell’addizionale Irpef (+1.73%) e delle accise sulla benzina. Quest’ultima tassa, in teoria, dovrebbe essere a carico dei gestori. Ma è teoria, appunto. La pratica invece dice che grazie alla manovra “equa e trasparente” qualche milione di abitanti della Regione pagherà più tasse e che 14 assessori potranno andarsene in pensione a 55 anni con un assegno da 3000 euro.