ROMA – La “maledizione” ha colpito ancora. Come i suoi due predecessori, Renata Polverini non ha retto alle onde d’urto innescate da scandali e inchieste giudiziarie. La governatrice si è dimessa dopo essere stata per giorni sulla graticola per lo scandalo della gestione allegra dei fondi assegnati al gruppo del Pdl al Consiglio regionale. Il caso Laziogate ha pregiudicato nel 2005 la corsa di Francesco Storace alla riconferma e favorito la vittoria di Piero Marrazzo. E quest’ultimo spazzato nel 2009 dallo scandalo dell’inchiesta trans che lo ha costretto alle dimissioni. Un colpo mortale per il centrosinistra, che ha affrontato tutta in salita la campagna elettorale del 2010, sfociata poi nella vittoria di Renata Polverini.
LAZIOGATE – Storace, entrato in campagna elettorale con sondaggi che lo davano con percentuali a 2 cifre sopra lo sfidante Marrazzo, esce sconfitto dal voto del 5 aprile 2005. A colpirlo politicamente a morte, in piena campagna elettorale, è l’accusa, ben presto trasformata in inchiesta giudiziaria, di aver voluto penalizzare i suoi due sfidanti, Marrazzo e Alessandra Mussolini. Al centro di tutto c’è l’incursione nel sistema informatico del comune di Roma, tra il 9 e 10 marzo del 2005, alla ricerca di presunte firme false a sostegno della lista della Mussolini. Indagato per la vicenda Storace il 10 marzo 2006 si dimette da ministro della Salute, incarico che aveva assunto dopo la sconfitta alle regionali. Il 5 maggio 2010 arriva la condanna a un anno e sei mesi come ”promotore e istigatore”, dell’illecita incursione informatica. L’11 giugno scorso, nel processo di appello, il sostituto procuratore generale di Roma ha chiesto l’assoluzione con formula piena.
SCANDALO TRANS – Per il governatore Piero Marrazzo lo scandalo esplode il 23 ottobre del 2009, quando quattro carabinieri vengono arrestati. Due di loro nel luglio del 2009 avevano sorpreso Marrazzo in compagnia del trans Natalì, in un appartamento in via Gradoli. In quell’occasione viene girato un video. Vi si vede, come si scoprirà più tardi, oltre al governatore del Lazio, anche un piattino con della droga su un tavolino. La vicenda viene resa nota. Lo scandalo esplode. Marrazzo il 24 ottobre si autosospende da governatore del Lazio, il 27 ottobre si dimette. E’ vittima di un ricatto da parte dei carabinieri infedeli. Per la vicenda, a vario titolo, il 22 febbraio scorso i quattro carabinieri e la trans Natalì sono stati rinviati a giudizio.
FONDI PDL – Anche la corsa di Renata Polverini, nel 2010, aveva avuto già i suoi problemi, con il guaio della mancata presentazione della lista Pdl a Roma. Ma l’ex leader dell’Ugl era comunque riuscita a spuntarla contro la radicale Emma Bonino. Ma dopo due anni e mezzo alla guida della Regione Lazio la governatrice è ora stata costretta a mollare dalla mala-gestione dei fondi del gruppo Pdl al consiglio regionale, per cui è indagato per peculato l’ex capogruppo Franco Fiorito. C’era ”un accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi dall’ufficio di presidenza”, ha raccontato ai magistrati. E da giorni la Polverini chiede di fare pulizia, minacciando di mollare tutto. Neanche il consiglio regionale che qualche giorno fa ha varato un pacchetto di tagli di spesa da 20 milioni di euro, con il dimezzamento delle commissioni consiliari è bastato per dare il colpo d’ala. Accerchiata dalla pressione mediatica innescata, dalle dimissioni annunciate e mai formalizzate dall’opposizione e dal ventilato addio dell’Udc ha anticipato tutti. Dimettendosi.