Avviso di garanzia per l’ex assessore lombardo Ponzoni per una tangente da 220 mila euro

Massimo Ponzoni

L’ex assessore regionale, oggi segretario dell’ufficio di presidenza del Pdl Massimo Ponzoni ha ricevuto un avviso di garanzia. Secondo l’avviso Ponzoni, eletto in marzo nella circoscrizione di Monza e Brianza, avrebbe ricevuto un pagamento di 220 mila euro da un costruttore per influire su alcuni pubblici ufficiali di Desio e Seregno e agevolare, in questo modo, un’operazione urbanistica. A riportarlo è il Corriere della Sera.

“Ciò di cui sono certo è che non ho mai percepito somme di denaro da alcuno per finalità illecite ed ho sempre improntato la mia attività politica ed amministrativa alla ricerca del bene comune”, è stata la replica dell’ex assessore. Per questo «ho chiesto alla Procura di Monza di essere sentito, al fine di chiarire l’assoluta infondatezza della pur generica contestazione ».

Secondo la difesa, i 220 miliardi di euro “sarebbero anticipi versati per l’acquisto di alcuni immobili”. Nell’indagine sarebbe coinvolto anche il geometra Rosario Perri, molto legato a Ponzoni, già dipendente dell’ufficio tecnico di Desio, voluto dalla Regione come commissario, poi presidente del Parco delle Groane, oggi assessore al Personale e alle Partecipate nella neonata Provincia di Monza e Brianza.

Per l’uomo non si tratta dei primi guai con la giustizia. Coinvolto il un paio di vicende di abusi edilizi, pochi giorni dopo essere stato eletto, nell’aprile scorso, era stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di bancarotta per la società «Pellicano», della quale faceva parte insieme alla moglie e al cognato. “Si tratta di questioni personali, legate alla mia precedente professione”, sottolinea Ponzoni.

Il Pdl dal canto suo decide di non commentare l’accaduto. Non lo fa nemmeno il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni che aveva chiesto di inserire Ponzoni in lista nel momento in cui su questo nome circolavano già voci di probabili vicende giudiziarie perchè non si poteva escludere dalla competizione elettorale chi di avvisi non ne aveva ricevuti. In seguito lo stesso Formigoni aveva chiesto a Ponzoni di rinunciare al posto in giunta, visto che nel frattempo le indiscrezioni sembravano sempre più reali. Solo pochi giorni dopo la nomina, era arrivato poi l’avviso di garanzia per l’accusa di bancarotta per la società “Pellicano”.

Alla Regione, il capogruppo del Pdl Paolo Valentini si dice «molto dispiaciuto, ma siamo fiduciosi nell’ operato della magistratura e sul fatto che Ponzoni possa provare la sua estraneità ai fatti». Il presidente del consiglio regionale, il leghista Davide Boni, fa sapere: «Abbiamo appreso la notizia dai giornali. Ma il presidente del Consiglio non è un giudice e non è nelle mie facoltà scegliermi i vicepresidenti e i consiglieri- segretari».

Più duro l’europarlamentare del Carroccio, Matteo Salvini, che auspica “almeno un passo indietro di Ponzoni dall’incarico politico che ricopre” quale coordinatore del Pdl nella provincia di Monza e Brianza, “in un territorio nel quale ci sono molte partite aperte da definire nei prossimi mesi”.

Non si fanno attendere le reazioni dell’opposizione. “Fermo restando che Ponzoni è innocente fino alla sentenza definitiva, chiediamo che si dimetta immediatamente per potersi difendere dalle gravi accuse di corruzione per cui è indagato”, è il commento del consigliere Idv Giulio Cavalli, mentre Luca Gaffuri, capogruppo Pd, sottolinea: «In attesa che si accertino le responsabilità è bene che lasci». Sulle dimissioni, il capogruppo Valentini resta vago: «È una questione personale, solo lui può decidere».

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