ROMA – Porcellum, i no della Corte: si votasse oggi, proporzionale puro e preferenza. La Corte Costituzionale ha motivato la bocciatura della legge elettorale detta Porcellum con due no, rispettivamente ai premi di maggioranza eccessivi e alle liste bloccate. Ha confermato la piena legittimità del Parlamento nonostante i rilievi sopracitati. Ha indicato una strada percorribile, per eventuali elezioni in caso i partiti non riescano ad approvare la nuova legge elettorale, perché si può votare con un Porcellum depurato e subito applicabile che prenderebbe la forma di un sistema proporzionale puro con la possibilità di esprimere una preferenza unica. La sentenza non impatta invece sull’attuale discussione politica e le trattative per una nuova legge elettorale: tutti e tre i sistemi proposti da Matteo Renzi (modello spagnolo, legge Mattarella rivisitata e il doppio turno sul modello dell’attuale sistema di elezione dei sindaci) sono conciliabili con le disposizioni enunciate dalla Corte.
I no della Corte: premi di maggioranza eccessivi. Il Porcellum non prevedeva alcuna soglia per attribuire il premio di maggioranza: chi arriva primo nella competizione elettorale, anche per uno zero virgola, si prende il 55% dei seggi alla Camera, per esempio. La Corte ha stabilito che senza “una ragionevole soglia minima” si determina “una alterazione del circuito democratico”: c’è un problema di eccesso di rappresentazione della lista. Anche il premio di maggioranza assegnato per il Senato produce gravi distorsioni perché la somma dei vari premi di maggioranza su base regionale può rovesciare il risultato ottenuto su base nazionale.
I no della Corte: le liste bloccate. “I partiti non possono sostituirsi al corpo elettorale” dice a un certo punto la Corte: il bersaglio sono le liste bloccate, ovvero quelle “lenzuolate” di nomi in lista sulle quali il cittadino elettore non può nemmeno apporre una crocetta. Così si espropriano gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti a vantaggio delle segreterie dei partiti: la Corte recupera dunque almeno una preferenza e dice no alle liste lunghe in favore di quelle corte che consentano agli elettori almeno una “effettiva conoscibilità” dei candidati.
Il Parlamento è pienamente legittimato. Nessun atto con le norme elettorali attualmente in vigore (Porcellum), compreso l’esito del voto che ha determinato l’attuale assetto parlamentare, è toccato dalla sentenza della Corte, secondo il principio giuridico della “continuità dello Stato”. Le ultime elezioni sono un “fatto concluso”.
Se si votasse domani (senza una nuova legge elettorale) proporzionale puro con una preferenza. Se i partiti non riuscissero a trovare un’intesa per una legge che sostituisca il Porcellum accogliendo i rilievi della Corte Costituzionale, si potrebbe ugualmente votare domani con un Porcellum depurato: il sistema elettorale sarebbe dunque un proporzionale puro con almeno un voto di preferenza.
Sui tre modelli proposti da Renzi nessun veto dalla corte. La sentenza della Corte Costituzionale, e cioè il doppio no a premi di maggioranza senza soglia e a liste bloccate, non costituisce freno o ostacolo alle deliberazioni attuali del Parlamento sulla nuova legge elettorale: il dibattito, su spinta e proposta di Matteo Renzi, ha raggiunto una specie di compromesso preliminare individuato in tre modelli di legge elettorale. Per esempio, sulle liste bloccate, alla Corte interessa che sia garantita all’elettore la possibilità di valutare e scegliere i candidati, cosa che può accadere anche nel caso di liste con un numero di candidati esiguo perché agganciate a circoscrizioni territoriali piccole. Ognuno dei tre modelli è conciliabile con i rilievi della Corte.
Il modello spagnolo. Prevede una divisione del territorio in 118 circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ogni circoscrizione elegge al massimo 4 o 5 deputati. La soglia di sbarramento è al 5%. Piace al Pd e a Berlusconi perché favorisce i grandi partiti, quelli più radicati sul territorio. Non piace alla Ndc di Alfano.
Il Mattarellum rivisitato. La legge Mattarella (75% maggioritario, 25% proporzionale) era il sistema in vigore prima del Porcellum: la modifica prevede la trasformazione della parte proporzionale in premio di maggioranza del 15%. Nei 475 collegi uninominali della quota maggioritaria (75%) ottiene il seggio solo chi arriva primo.
Doppio turno o sindaco d’Italia. Ricalca il sistema in vigore per l’elezione dei sindaci con il doppio turno (i primi due senza maggioranza assoluta vanno al ballottaggio). Chi vince prende il 60% dei seggi mentre i restanti sono suddivisi proporzionalmente tra i perdenti. Piace alla Ndc di Alfano che cerca una sponda di governo perché venga preferito agli altri modelli.
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