ROMA – Per un pranzo da senatore, che si sente re, dall’antipasto al dolce ci vogliono solo dieci o forse quindici euro. Non è un privilegio da tutti, ma per i frequentatori di Palazzo Madama è un’opportunità da cogliere visto che si mangia da ristorante di lusso o quasi e si spende quanto in un’osteria.
Il menu, stando a quanto racconta Roberto Bonizzi sul Giornale, è presto stilato: primi succulenti, secondi di carne e pesce, verdure di ogni tipo come possibili contorni. Infine un ricco carrello di dolci.
«Il ristorante del Senato? Non è certo Chez Maxim , ma una cosa da mensa. Il pesce non è mai fresco e i cibi spesso sono precotti », si lamenta Riccardo Villari, ex pd ora passato a Coesione nazionale.
Se di conto si vuol parlare il senatore ai microfoni del programma radio La Zanzara è proprio ben disposto: «Un pranzo alla fine sono 10-12 euro cioè le vecchie 20-25mila lire, non proprio zero, non una cosa da uno o due euro ».
Non pago delle sue rivelazioni continua: «Alla Camera si mangia certamente meglio. E non pensate di trovare il pesce fresco: spesso tutti i senatori hanno una sola ora per pranzare e quindi vanno in massa ai tavoli. Si deduce facilmente che i cibi non possono essere cucinati al momento, è tutta roba già pronta. Diciamo che il prezzo corrisponde a quello che mangi».
Sul sito dell’Espresso Carlo Monai, deputato dell’Italia dei Valori, ha un’altra versione : «Il bar della buvette è in linea con i prezzi di mercato. Il ristorante, invece, no. Ci costa in media 15 euro, ma la tavola è apparecchiata come un tre stelle Michelin , i camerieri sono in livrea, lo chef è bravo e prepara piatti di grande qualità ». Poi però puntualizza anche lui: «Ottimi vini, ma nessuna bottiglia friulana».
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