Architetti, avvocati: un giovane su due fa la pratica gratis

ROMA – Praticanti e stagisti, un esercito di futuri liberi professionisti che in buona parte non conta su una retribuzione all’altezza. Anzi, spesso nemmeno su una retribuzione: avvocati o architetti che lavorano gratis per mesi con mansioni e orari dei colleghi professionisti. Per cercare di tamponare questa situazione, oggi, giovedì, il Consiglio dei ministri ha approvato nel decreto sviluppo anche un decreto legislativo che regola l’apprendistato e il lavoro dei praticanti.

Come lavorano questi giovani? Il risultato di un’indagine, condotta dall’Ires, è riportato dal Corriere della Sera: “Quasi la totalità (84,5%) deve garantire una presenza quotidiana, il 76,8% oltre alla presenza deve anche rispettare un orario di lavoro e la media di ore lavorate è quella di un impiego in full-time: 38 ore. Inoltre l’utilizzo dei praticanti e dei tirocinanti, in tutte le aree professionali, avviene in maniera intensa e a orario pieno: il 77,2% ha delle scadenze rigide, il 41,7% ha «spesso» un ritmo di lavoro elevato, il 27,8% non ha abbastanza tempo per ultimare il lavoro”.

Un lavoro che però crea disagio: il 91,6% del campione si dice insoddisfatto della retribuzione. Ma ancora più allarmente è quel 54,1% che non recepisce alcuna retribuzione: semplicemente, lavora gratis.

Il nuovo contratto voluto dal ministro Sacconi e approvato in Cdm opera su tre livelli: dare una qualifica professionale, a partire da 15 anni e per un periodo di tre anni, ai giovanissimi; garantire un ‘mestiere’ ai giovani della fascia d’età dai 18 ai 29 anni; accompagnare a un titolo di scuola media secondaria, di istruzione tecnica superiore, universitario o post-universitario, in aziende convenzionate con istituzioni educative. Quest’ultima forma di apprendistato si rivolge proprio ai praticanti.

Lo scopo è mettere a punto un contratto che sia vantaggioso per le imprese e per i lavoratori, visto che quest’ultimi avrebbero un accantonamento previdenziale pieno che le aziende pagherebbero in minima parte. Più in generale l’obiettivo è far diventare l’apprendistato il modo tipico di ingresso nel mercato del lavoro dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento ed esperienza lavorativa.

Meno semplice l’applicazione di questa novità: ogni ordine professionale ha le sue regole, il praticantato di un avvocato è diverso da quello seguito da un architetto. “Si va dai sei mesi ai tre anni – spiega Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni – senza considerare quelle che non prevedono periodo di praticantato. E’ per questo che risulta difficile trovare un’intesa sul terreno retributivo. Invece ci trova concordi l’ipotesi di un tirocinio da svolgere in Università, sotto il controllo degli ordini professionali”.

Gestione cookie