Precari, la scuola degli Asini li mette in regola, dopo 50 anni di ingiustizia…

Precari, la scuola degli Asini li mette in regola, dopo 50 anni di ingiustizia...
Precari, la scuola degli Asini li mette in regola, dopo 50 anni di ingiustizia…Nella foto un manifesto contro il ministro Valeria Fedeli

Precari della scuola, è arrivata la mega sanatoria. Sono quasi 100 mila gli insegnanti direttamente interessati, ma la platea dei precari, con diversi titoli di pretesa, supera le 400 mila persone.

Visto il modo in cui è stato impostato l’esame di maturità, non c’è dubbio che la Buona Scuola sarà un po’ sotto la Classe degli Asini.

Però, onore al merito, dopo mezzo secolo di vergognoso sfruttamento da parte dello Stato, sembra che finalmente il Governo di Paolo Gentiloni, il più silenzioso della storia della Repubblica, con il ministro meno qualificato dai tempi del Regno Sardo (Valeria Fedeli non si sa bene che titolo di studio abbia), sia riucito a imprimere un marchio di giustizia alla scuola italiana, destinando ai precari concorsi facilitati e posti riservati per entrare di ruolo.

La riforma rappresenta “una soluzione strutturale per il problema del precariato”, rivendica il sottosegretario all’istruzione, Vito De Filippo e si articola su questi punti:

revisione delle procedure ordinarie di arruolamento degli insegnanti: per accedere basterà la semplice laurea;

procedura straordinaria, per chi è abilitato ma precario;

procedura straordinaria per chi pur senza abilitazione fa supplenze nelle scuole statali o paritarie da almeno tre anni.

Il Governo, spiega Alesandra Ricciardi su Italia Oggi, “riconosce loro il diritto di accedere a una corsia preferenziale di selezione con posti riservati in percentuale decrescente rispetto alle cattedre che ogni anno si renderanno libere. I docenti interessati alla fase transitoria ad oggi dovrebbero essere circa 80 mila: circa 62.500 sono gli abilitati della seconda fascia di istituto. I precari non abilitati di terza fascia di istituto sono invece oltre 320 mila, molti dei quali però con pochi mesi di servizio. Quelli con 36 mesi di servizio dovrebbero attestarsi sui 20 mila”.

Ecco la sintesi diffusa dalla Agenzia di stampa Ansa. Per maggiori dettagli vedi qui: Scuola: dal cdm ok a decreti attuativi della riforma. Ecco cosa cambia

NUOVE REGOLE PER DIVENTARE PROF – Tutti i laureati potranno partecipare ai concorsi, a patto che abbiano conseguito 24 crediti universitari. I concorsi avranno cadenza biennale, il primo sarà nel 2018. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio, con una retribuzione crescente che parte fin dal periodo della formazione. Alla fine del triennio, se la valutazione è positiva, vengono immessi in ruolo. E’ prevista una fase transitoria durante la quale saranno esaurite innanzitutto le Graduatorie a esaurimento e quelle dell’ultimo concorso del 2016. Previste procedure concorsuali specifiche per chi sta già insegnando come supplente da tempo.

ISTRUZIONE PROFESSIONALE – I percorsi durano 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi, a partire dall’anno scolastico 2018-2019, passano da 6 a 11. Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle peculiarità del territorio. Rafforzati i laboratori. Il sistema sarà in vigore dall’anno scolastico 2018-2019. Vengono stanziati oltre 48 milioni a regime per incrementare il personale necessario all’attuazione delle novità previste. Sarà stabilizzato lo stanziamento di 25 milioni all’anno per l’apprendistato formativo.

DA 2019 NUOVA MATURITA’ – Si viene ammessi con tutti sei, fatta salva la possibilità per il Consiglio di classe di ammettere, con adeguata motivazione, chi ha un voto inferiore a sei in una disciplina. Chi ha l’insufficienza in condotta non viene ammesso. I candidati dovranno affrontare due prove scritte e un colloquio orale. Lo svolgimento delle attività di alternanza Scuola-Lavoro diventa requisito di ammissione, insieme allo svolgimento della Prova nazionale Invalsi. Quanto al primo ciclo restano i voti, ma saranno affiancati da una specifica certificazione delle competenze. Alla primaria la non ammissione è prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime dei docenti della classe.

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