Precari: 50mila assunzioni nella scuola. Per Tremonti e Gelmini il “male minore”

ROMA – I paladini della “necessaria riduzione dell’organico”, dei tagli e dell’eliminazione degli sprechi, insomma Tremonti e Gelmini potrebbero decidere di imbarcare nel carrozzone della scuola 50.000 precari, assumendoli a tempo indeterminato. I due ministri non sono stati folgorati sulla via di Damasco e il loro drastico cambiamento di rotta, se ci sarà, sarà figlio di una sentenza che rischia di costare allo Stato tra i 4 e i 6 miliardi di euro. Per scongiurare un’ipotesi del genere sono pronti a praticamente tutto, una spesa del genere non è sostenibile. Ma per 50mila che oggi sperano ne restano 100mila che invece tremano: a 150mila ammonta circa il numero di precari della scuola italiana.

La sentenza che ha aperto la strada a questo possibile scenario è quella emessa dal tribunale di Genova la settimana scorsa e che ha condannato il ministero dell’Istruzione a risarcire 15 precari con poco più di 30 mila euro a testa. Mezzo milione in tutto. In realtà non si tratta delle prima sentenza del genere: già in passato altri tribunali avevano condannato il ministero a riconoscere ai precari diritti garantiti ai loro fortunati colleghi a tempo indeterminato: dagli scatti di anzianità al pagamento dello stipendio durante il periodo estivo. La novità della sentenza di Genova sta nella dimensione del risarcimento e nella sua motivazione giuridica: l’incompatibilità con una direttiva comunitaria che obbliga ogni Stato membro a limitare l’uso dei contratti a termine. Un mix che fa sperare chi è in attesa di un contratto vero e che potrebbe creare seri problemi al bilancio pubblico. Il verdetto di Genova potrebbe essere solo l’inizio infatti: la Flc Cgil segue 40 mila persone che stanno pensando ad un ricorso simile, in tutto le persone coinvolte potrebbero essere 150 mila. La stima fatta dai tecnici del ministero dell’Istruzione dice che, se il caso Genova dovesse fare scuola, il costo sarebbe compreso fra i 4 ed i 6 miliardi di euro. Una piccola manovra finanziaria, visto che il decreto anti crisi dell’estate scorsa era di 24 miliardi. Quelle cifre hanno fatto preoccupare il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che le ha lette insieme alla richiesta di valutare ogni possibile intervento sugli organici, compresa l’ipotesi di un pacchetto di assunzioni per coprire i posti che ogni anno vengono assegnati di sicuro ai precari. E che potrebbe mettere le casse pubbliche al riparo dalla probabile batosta dei ricorsi, o almeno una buona parte di essi.

Scontata la decisione di fare appello contro la sentenza, cosa che serve però solo a guadagnare tempo, la soluzione potrebbe arrivare attraverso una proposta che fanno da tempo sia i sindacati sia il Partito democratico. L’intervento, ancora tutto da verificare, riguarderebbe un corposo pacchetto di assunzioni fatte pescando dalla lista dei precari. Una soluzione che taglierebbe il numero dei possibili ricorrenti di almeno un terzo e, almeno in teoria, potrebbe essere fatta quasi a costo zero. Si, a costo zero perché “una buona parte dei supplenti — spiega Massimo Di Menna della Uil scuola — viene chiamata ad inizio anno su posti non temporaneamente vuoti ma liberi” . Quei precari, cioè, non sostituiscono chi si assenta per una malattia lunga o una maternità ma coprono un posto che si sa vuoto fin dall’inizio, ad esempio per un distacco sindacale oppure perché ci sono spezzoni di cattedra che non si incastrano. In tutto sono circa 50 mila i posti che, stabilmente, vengono assegnati ai precari. Cinquatamila che sinora non sono stati assunti perché un contratto a tempo determinato è flessibile, cioè può essere tagliato, e costa pur sempre un po’ meno rispetto a un tempo indeterminato. Ma la sentenza di Genova cambia tutto, con questa novità potrebbe essere meno costoso assumere ora che rischiare di risarcire dopo. Secondo Domenico Pantaleo, della Cgil scuola, lo Stato potrebbe persino guadagnarci risparmiando sulla gestione delle graduatorie.

Una bella gatta da pelare per i ministri Tremonti e Gelmini, la matematica e uno spauracchio da 5 miliardi di euro li convinceranno a fare un’inversione di rotta rispetto alla loro politica della riduzione degli organici? In 50mila precari ci sperano, in 150mila sono pronti a far ricorso.

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