Precari Statali, l’altra Imu di Letta: il 31 luglio proroga o licenzia?

ROMA – Il 31 luglio, per 317 mila precari della Pubblica Amministrazione, di cui 200 mila supplenti delle scuole, scade il contratto a tempo. Quel giorno il rischio è un’uscita di massa dal lavoro che oltre all’inasprirsi della questione sociale, porterà buchi e carenza di personale impossibili da sostituire specialmente negli enti locali con circa 60 mila contratti concentrati nei servizi assistenziali ed educativi. Il 31 luglio scade il contratto perché scade anche l’ultima proroga inserita nella Legge Stabilità licenziata da Monti.

6 mesi di ossigeno e poi …Dio vede e provvede. Il tavolo di trattativa all’Aran (agenzia nazionale del pubblico impiego) non è mai realmente servito a risolvere la questione, piuttosto conferma stallo e incomunicabilità: i sindacati chiedono di limitare i casi di ricorso al tempo determinato (immaginando per i precari un percorso di inserimento fisso) ma gli enti si preoccupano dei limiti di spesa e del turn-over. In più, ci si metta il fatto che non si può andare avanti a forza di proroghe: l’indirizzo del Dlgs 368/2001 fissa il principio della proroga unica. Anche perché, in molti casi verrebbe infranta la soglia limite dei 36 mesi di durata del contratto.

Serve, per stabilizzare o concedere altro tempo ai precari, una legge. Ma il 31 luglio è una data troppo vicina, bisognerà anche considerare il tempo che una sicura istruttoria da parte della Corte dei Conti. Un rinvio fino al 31 dicembre, come già chiesto dai sindacati a Monti, costa almeno 150 milioni che potrebbero essere reperiti tramite il decreto sblocca-crediti alle imprese. Questa è un’emergenza che, come ha detto il presidente del Consiglio, “va superata”. Gianni Trovati del Sole 24 Ore, che oggi 6 maggio dedica ampio spazio in prima pagina al rischio esodo per i precari di Stato per i quali non ci sono margini per altri rinvii, non è troppo convinto dalle parole del premier:

“In questa cornice, resta da capire che cosa può significare in pratica il ‘superamento’ evocato da Enrico Letta, che anche per l’Imu ha lasciato per ora il campo aperto a più di un’ipotesi”.

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