Rispunta l’ipotesi di un prelievo forzoso sui conti correnti

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Mario Monti (Lapresse)

ROMA – Era successo con il governo Amato nel 1992 per “far fronte a una drammatica emergenza della Finanza pubblica” e adesso rispunta l’ipotesi del prelievo forzoso sui conti correnti. Voltata la pagina di Silvio Berlusconi e del suo governo arrivato senza una maggioranza solida, è arrivato il professor Mario Monti come premier.

Deve fare i conti con le sue parole a tanti italiani che ha dalla sua parte e cui ha chiesto di fare sacrifici, promettendo che non farà una “manovra lacrime e sangue”.

In un momento in cui si sente di nuovo il peso del ritorno dell’Ici sulla prima casa e di una patrimoniale per recuperare denaro per le casse dello Stato svuotate in questi anni, l’idea che lo Stato prenda dei soldi dai conti correnti bancari spaventa ancora di più.

E’ previsto anche l’innalzamento dal 43% al 48% dell’aliquota irpef sui redditi oltre 70 mila euro. Stando a quanto ricostruisce Libero “gli esperti degli istituti hanno lavorato alle simulazioni. I ragionamenti partono dall’ammontare dei depositi, dei conti e dei pronti contro termine: in totale 1.385 miliardi di euro. Con una botta secca sulla falsa riga di quella del 1992 (6 per mille) nelle casse dello Stato arriverebbero ben 8, 3 miliardi. Ma basta alzare anche di poco l’asticella della mannaia fiscale per fare cifra tonda e arrivare a quota 10 miliardi”.

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