Il governo: “La prescrizione breve presto sarà legge”

Pubblicato il 12 Ottobre 2011 - 11:53 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – Rimesse le intercettazioni a decantare, ora si procede di corsa per ottenere la prescrizione breve. Strumento ultimo e utilissimo per preservare il presidente del Consiglio dall’imminente sentenza del processo Mills. Perché tutta questa fretta, dopo mesi di sonnolenza? Basta vedere alcune date: la prescrizione scatta a febbraio 2012. Se fra 4 mesi, dunque, non arriva la sentenza va tutto a rotoli e Berlusconi ne esce immacolato. Ma nel frattempo il giudice ha deciso di dare una sfoltita alla lista dei testimoni, con disappunto della difesa. Il 24 ottobre in calendario c’è l’interrogatorio dell’avvocato Mills, il 28 tocca al premier e a novembre altre sei udieinze. Insomma, il rischio di farcela per febbraio è piuttosto concreto. Ecco il perché di tanta fretta.

Ulteriore indizio la dichiarazione del relatore del provvedimento, Giuseppe Valentino: ”La maggioranza non avrà certamente esitazioni nel far divenire, come suo dovere, celermente legge la prescrizione breve”.

L’opposizione protesta. Il senatore Udc Achille Serra dice: ”Mentre alla Camera, la maggioranza simula una nuova apertura al dialogo sul nodo intercettazioni, in Senato riprende l’iter del cosiddetto processo breve a favore del premier”. Il ddl, spiega, ”in realtà riguarda la ‘prescrizione breve’, ossia l’accorciamento dei tempi di prescrizione per salvare il presidente del Consiglio dal processo Mills, mentre il Paese va a rotoli, a cominciare dalla giustizia che da troppo tempo attende una riforma autentica e seria”.

”Quanti anni sono – prosegue Serra – che non viene bandito un concorso per cancellieri’? E quando avremo, anche in Italia, una ‘giustizia telematica’ che snellisca archivi e procedure’? Quando la macchina burocratica sarà in grado di rispettare il principio costituzionale della ragionevole durata del processo’?. Una riforma globale della giustizia, a lungo promessa dal governo non è stata neanche avviata, mentre si è costretto il Parlamento a lavorare quasi esclusivamente ai ben noti provvedimenti ad personam, con gravi conseguenze per il Paese e pesanti ricadute sul piano della sicurezza”.