SOFIA -Il risultato era scontato e le previsioni sono state rispettate in pieno. Il candidato del partito conservatore al governo Gerb (acronimo di Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria), Rossen Plevneliev, 47 anni, ha vinto oggi il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Bulgaria. Nella quinta consultazione democratica dalla caduta del comunismo nel 1989, Plevneliev ha ottenuto, secondo gli exit poll di diversi istituti demoscopici, tra il 54% e il 56% dei voti, mentre il suo rivale coetaneo, l’ex ministro degli esteri Ivaylo Kalfin, appoggiato dal Partito socialista bulgaro (Bsp), è arrivato al 43%-45%.
La Bulgaria è una Repubblica parlamentare e i poteri del capo dello Stato sono limitati. Il suo mandato è di cinque anni e può essere rinnovato una sola volta. Per la sua elezione al ballottaggio erano chiamati oggi alle urne poco più di 6,9 milioni di bulgari su una popolazione di 7,4 milioni di abitanti, ma l’affluenza non avrebbe superato, secondo i primi dati, il 43%. Con la vittoria di Plevneliev, i vertici istituzionali – presidenza e governo – sono espressione dello stesso partito Gerb, quello di destra del premier Boyko Borissov.
La sua vittoria segna anche la fine dell’era del socialista Gheorghi Parvanov, ex collaboratore della Darjavna Sigurnost, i famigerati sevizi segreti del regime comunista di Todor Zhivkov, che per due mandati, dieci anni di seguito, ha guidato il Paese come capo dello Stato. Il suo erede Plevneliev, imprenditore di successo nell’edilizia, ha scarsa esperienza politica, appena due anni. Nel 2009 è stato nominato ministro dello sviluppo regionale nel governo Borissov, che e’ anche leader di Gerb.
Rossen Plevneliev, persona calma e sorridente, che piace tanto alle bulgare, aveva detto di essere ”uno che si intende di costruzioni e non di politica”. Gli osservatori lo considerano uno dei ministri di maggiore successo, in quanto si è dato subito da fare e ha ottenuto sostanziali e concreti risultati nella ristrutturazione e ammodernamento della rete stradale e delle altre infrastrutture obsolete della Bulgaria. Era tanto convinto della sua vittoria nelle presidenziali, che all’inizio della campagna elettorale, a settembre, non era andato in vacanza, come prevede la legge elettorale, ma si era dimesso dalla carica di ministro.
Le elezioni di questo anno si sono svolte in una situazione sociale difficile. La Bulgaria è il Paese più povero dell’Ue e la crisi continua a colpire larghe fasce sociali. Lo stipendio medio è fermo da due anni intorno all’equivalente di 360 euro, mentre i prezzi nei negozi sono tra i più alti d’Europa per alcuni generi alimentari di prima necessità. La disoccupazione oscilla intorno al 10%. Il Gerb si è affermato anche nelle amministrative, che sono state per la prima volta abbinate alle presidenziali. Oltre alla vittoria al primo turno del sindaco di Sofia, Jordanka Fandakova, Gerb ha ottenuto la maggioranza nei consigli municipali di 20 capoluoghi su 27 in tutto.
Numeri alla mano, si sta avverando il sogno del carismatico premier e leader di Gerb, Boyko Borissov, di avere in mano tutte le leve del potere: parlamento, governo, presidenza e comuni. A Borissov, pompiere e membro del partito comunista bulgaro all’epoca del regime, e bodyguard agli albori della democrazia nel Paese balcanico dopo l’autunno 1989, alcuni analisti attribuiscono la famosa frase di Lenin “Vsia vlast Sovietam”, “Tutto il potere ai Soviet”, sostituendo la parola Soviet col nome di Boyko.