Prestigiacomo: “Non voterò legge che cancella il mio Ministero”

Stefania Prestigiacomo

ROMA, 13 OTT – ”Ovviamente non potro’ votare ne’ in Consiglio dei Ministri ne’ in Parlamento una legge di stabilita’ che di fatto cancella il ministero dell’Ambiente”. E’ quanto afferma il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo in merito alle voci di ulteriori tagli al suo ministero.

La Prestigiacomo si riferisce ai tagli per 120 milioni di euro al ministero dell’Ambiente nel 2012, di fatto un taglio pari al 90 per cento delle sue risorse.

Il provvedimento, domani in Consiglio dei Ministri, prevedrebbe infatti interventi al ministero dell’Ambiente che portano, in quattro anni, a tagli per il 90%: dal 1,3 miliardi di euro del 2008, previsti per interventi ambientali, a 120 milioni di euro nel 2012. Considerando che le spese fisse, insopprimibili, per il ministero sono pari a 320 milioni, il bilancio, che per il 2008 era di un miliardo e 620 milioni, passerebbe a 440 milioni di euro nel 2012.

Il rischio e’ quello di eliminare sostanzialmente il piano bonifiche per i 57 siti inquinati di interesse nazionale, azzerare la gestione dei 60 parchi nazionali e riserve marine, eliminare gli interventi per il dissesto idrogeologico, i fondi per la mobilita’ sostenibile e quelli della lotta alla Co2.     Altrettanto decisa la reazione del Pd, il cui responsabile per l’ambiente, Stella Bianchi, si rivolge al ministro: ”Prestigiacomo non si e’ accorta che in questi anni Tremonti gli ha praticamente chiuso il Ministero? Dove era? Ora se ha un sussulto di dignita’ chieda l’immediato reintegro delle risorse o rassegni le sue dimissioni .In ogni caso – spiega – e’ davanti a noi lo spettacolo indecente di un governo che fa cassa a danno del nostro patrimonio piu’ prezioso, della salute e a volte dell’incolumita’ dei cittadini. E’ evidente che questo governo ora piu’ che mai deve rassegnare le sue dimissioni nel piu’ breve tempo possibile per il bene del paese e degli italiani”.

Dello stesso tenore la reazione del Wwf: ”sono tre anni che denunciamo l’agonia del ministero – osserva Stefano Lenzi – ora siamo siamo al de profundis della sua operativita’. Prima di tutto chiuderanno tutti i parchi nazionali, per non parlare di quello che potrebbe accadere a cose concrete come la lotta al dissesto idrogeologico, le politiche energetiche, i cambiamenti climatici, l’inquinamento, la biodiversita”’.

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