Primarie Pd a Palermo, Ferrandelli: "Ho vinto col cuore"

Pubblicato il 6 Marzo 2012 - 20:30 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – ''Niente strategie e santoni della comunicazione, solo cuore. Ha vinto la voglia di fare, il rapporto con la gente''. Fabrizio Ferrandelli, 31 anni, l'outsider che ha vinto le primarie del centrosinistra a Palermo, creando uno sconquasso nel Pd e nella coalizione, dopo aver tagliato il cordone che lo legava al suo ''maestro'' Leoluca Orlando, qualora fosse eletto sindaco taglierebbe anche i fili dei telefoni negli uffici comunali: ''Forse i palermitani non sanno che il 5% del bilancio municipale, che e' di 1,5 miliardi, serve a pagare la bolletta del telefono. Ma c'e' di peggio: il 20% lo assorbe la bolletta elettrica''.

E lui cosa farebbe? ''Pannelli solari per tutti gli uffici, collegamenti Skype. E ancora, taglio delle auto blu e delle spese di rappresentanza. Cosi' com'e' il bilancio – osserva – copre solo le spese ordinarie. Bisogna azzerare i consigli di amministrazione delle municipalizzate, dove i manager, in genere politici trombati, guadagnano cifre da capogiro''.

I progetti non finiscono qui: ''Bisogna istituire una bad company per le societa' partecipate, chiedendo il denaro alla Cassa depositi e prestiti, e ripartire con aziende pulite e ben amministrate, che devono restare interamente in mano pubblica. Se dal trattamento dei rifiuti otteniamo il compost, distilliamo il percolato, vendiamo il differenziato, allora diventa tutta un'altra storia. Ma ci vuole tutt'altra gente''.

Con un'amministrazione commissariata da gennaio e un buco di bilancio che i piu' ottimisti valutano intorno a 140 milioni; con 20.500 dipendenti che impegnano il 70% della spesa, Ferrandelli e' convinto che se non si puo' intervenire nell'immediato sui costi del lavoro, ''i dipendenti vanno ben utilizzati: non si possono avere nove portieri a palazzo delle Aquile e nessuno negli altri uffici''.

Nel giorno della conferma ufficiale della sua vittoria, spende qualche parola di rammarico sull'ex compagno di partito Leoluca Orlando (Idv): ''Lo ritengo – dice – il miglior sindaco che abbia avuto Palermo, ma gli manca una qualita': saper creare alternative a se'. Dovra' pur capire che la citta' non e' sua''. Orlando, gran sostenitore della Borsellino, ancora oggi ha detto che non appoggera' mai Ferrandelli.

''L'ho incontrato stamane in uno studio televisivo – racconta – e ci siamo appena stretti la mano. Mi dispiace, ma non credo nel patriarcato e nel dirigismo. Quando gli dissi che 39 associazioni sostenevano la mia candidatura, mi pose un aut-aut: fai un passo indietro o sei fuori, il partito ha deciso che io sono l''unico possibile candidato. E io, invece, ne ho fatto uno avanti''.

Sospettato di voler fare accordi con il Terzo polo e l'Mpa, area a cui guardano il senatore del Pd Giuseppe Lumia e il capogruppo all'Assemblea siciliana Antonello Cracolici, suoi grandi sponsor, Ferrandelli chiarisce di non aver mai incontrato il leader degli autonomisti, il governatore Raffaele Lombardo, e di attenersi a quanto deciso dai partiti del centrosinistra al tavolo delle primarie, cioe' niente intese fuori dalla coalizione. ''Anche se – osserva – sia Sel che il Pd dovrebbero spiegare come mai sono al governo con l'Udc nella giunta comunale di Vittoria, nel Ragusano''.

Si definisce un uomo di sinistra, ''ma alle categorie preferisco l'azione''. Al suo predecessore, Diego Cammarata (Pdl), contesta molti errori, ''ma il piu' grande e' stato l'assenza''. E il suo primo atto, qualora dovesse diventare sindaco, sara' quello di abolire la sede di rappresentanza di villa Niscemi: ''Un sindaco deve stare nel palazzo di citta', parlare con la gente e se capita prendersi anche gli insulti''.