Primarie Pd a Palermo, Parisi: “Gruppo dirigente sotto scacco”

Pubblicato il 7 Marzo 2012 - 11:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''E' la solita vecchia tentazione del gruppo dirigente del Pd: vivere le primarie non come una scelta autonoma dei cittadini a conclusione di una autonoma competizione tra candidati ma come consacrazione di una decisione gia' presa''. Lo dice al Mattino Arturo Parisi, parlamentare del Pd e 'inventore' delle primarie, secondo il quale a Palermo non e' stato sbagliato candidato da parte del Pd, ma ''la linea''.

''Avrei difficolta' a riconoscere un candidato migliore di Rita Borsellino – spiega Parisi – Ma, con quella impostazione, avrebbe perso anche se avesse vinto: i voti sarebbero stati comunque enormemente meno di quelli attesi e promessi da una candidata definita come fortemente voluta dal segretario del Pd e sostenuta da tutti i partiti del centrosinistra''. A suo avviso il partito avrebbe dovuto ''riconoscersi fin dall'inizio e comunque nel risultato, non in un solo candidato''.

Il Pd ''si punisce da solo'', prosegue, ''solo un cieco puo' non vedere il logoramento sempre piu' evidente della democrazia fondata sui partiti: imporre una proposta a loro nome diventa un handicap. Se lo e' stato per una persona come Borsellino, figuriamoci come verrebbe impallinato uno meno conosciuto ed autorevole''.

''Mentre parliamo – aggiunge – c'e' chi, convinto che la politica sia cosa troppo complicata per affidarla ai cittadini, lavora per restaurare una democrazia fondata sulla delega ai partiti''.