Primarie Pd, ballottaggio. Bersani teme: “Voti di Vendola non bastano”

Pubblicato il 28 Novembre 2012 - 09:28 OLTRE 6 MESI FA
Pier Luigi Bersani (Foto Lapresse)

ROMA – Il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, teme di non farcela: non è sicuro che i voti di Nichi Vendola saranno sufficienti a garantirgli la vittoria su Matteo Renzi al ballottaggio per le primarie del centrosinistra. E ai suoi collaboratori dice scherzando: “Vedrete che virata a sinistra farà Renzi. Finisce che ce lo ritroviamo in Rifondazione”. Anzi, peggio, una piccola parte dei voti di Sel potrebbe andare automaticamente al sindaco di Firenze: sono quelli di ricambio generazionale che si scagliano contro l’apparato di partito.

Il retroscena rivelato da Goffredo De Marchis sul quotidiano la Repubblica parla anche della minaccia reale di un partito nuovo dei renziani, nei sondaggi dato tra il 12 e il 25 percento. Ma allora, se i voti di Sel non sono abbastanza, bisogna puntare ad erodere i consensi riscossi dal sindaco rottamatore lì dove ha vinto o sfiorato la vittoria: in Umbria, Piemonte e Toscana.

Scrive De Marchis che la “strategia del recupero” di Bersani poggia su due pilastri:

Primo: sottolineare il robusto ricambio su cui Bersani lavora da tempo. “Un rinnovamento nei fatti, non a chiacchiere”. Volti nuovi nel suo comitato, negli organismi dirigenti locali, nella scelta degli ospiti Pd che vanno in televisione. Da giorni ormai, nei talk show, si fa largo una nuova generazione di democratici: da Stefano Bonaccini a Paola De Micheli, da Antonella Moretti a Stefano Fassina a Matteo Orfini a Tommaso Giuntella […]

Questo pilastro è strettamente legato all’altro. L’analisi del voto, secondo i bersaniani, dimostra che una parte delle preferenze a Renzi rientra in un gigantesco regolamento di conti tra correnti a livello locale. Per esempio in Toscana, dove Bersani non immaginava una sconfitta tanto bruciante (52 per cento Renzi, 35 lui). O in Umbria. O in Piemonte. Tutte regioni che Bersani toccherà nei prossimi giorni.

Dal canto suo, Renzi si prepara per un viaggio al sud, terra di bersaniani duri e puri. Studia un programma di proposte concrete e di sinistra, per catturare i voti di chi lo vede troppo “berlusconiano”, ma senza sfociare nell’anti-montismo alla Vendola.