Primarie Pd: dopo Ichino non si candida Antonio Boccuzzi, l’ex operaio Thyssen

Antonio Boccuzzi (LaPresse)

TORINO – Dopo Pietro Ichino, il giuslavorista vicino a Matteo Renzi che ha deciso di non ricandidarsi, anche un altro “simbolo” ha deciso di non correre per le primarie del Pd. Si tratta di Antonio Boccuzzi, il sopravvissuto alla tragedia della Thyssen, voluto in parlamento da Veltroni.

La sua decisione era nota già dalla giornata di ieri 22 dicembre. Boccuzzi, pur sottolineando che la sua “non  è una scelta polemica nei confronti della decisione del Pd di organizzare le primarie per la selezione della futura delegazione parlamentare”, ha ammesso a Repubblica che si sarebbe aspettato da parte del Pd torinese maggiore sostegno alle sue battaglie.

‘Il Pd ha avuto coraggio nello scegliere” le primarie “nonostante la ristrettezza dei tempi”  ha spiegato Boccuzzi . “Ciò premesso ho deciso di fare un passo indietro. Sono entrato in Parlamento come ‘simbolo’ di una tragedia che ha profondamente scosso Torino e l’opinione pubblica – dice Boccuzzi -. Ho lavorato per trasformare quel ‘simbolo’ in una battaglia per il diritto alla sicurezza sul lavoro. Ho seguito con attenzione tante crisi aziendali lungo tutto il nostro Paese. Da qui le ragioni che stanno alla base della mia rinuncia: rinuncia a candidarmi alle primarie, non certo rinuncia all’impegno politico”.  “Non mi sento tradito dal Pd. – ha concluso l’ex operaio Thyssen – Certo, mi sarei aspettato più sostegno, soprattutto da parte del partito torinese” conclude l’ex operaio scampato alla tragedia che ha portato alla morte di sette operai.

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