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Primarie Pd, confronto senza veleni. Renzi e Cuperlo vogliono la patrimoniale

di Emiliano Condò |30 Novembre 2013 8:37

ROMA – Matteo Renzi e Gianni Cuperlo sono per la patrimoniale, un po’ meno Pippo Civati. Ma il tema centrale che è emerso dal dibattito dei tre candidati alla segreteria è patrimoniale sì patrimoniale no.

Sulla possibilità di inserire la tassa patrimoniale Renzi spiega: “Si, solo: dopo che la politica dà il buon esempio e inizia a tagliare lei, dopo che torna la legalità nella pubblica amministrazione, dopo che il fisco è chiaro. Prima la politica faccia la propria parte poi si può chiedere un grande contributo”.

Molto più risoluto Cuperlo che spiega: sul tema della patrimoniale c’è “un eccesso di timidezza” di Renzi e Civati. “La mia risposta è sì, è giusto in un Paese che sta soffrendo come l’Italia. La crisi non è stata uguale per tutti” e una patrimoniale “non servirebbe per colpire la ricchezza ma per redistribuire una quota di ricchezza”.

Governo Letta. Renzi e Cuperlo promuovono Enrico Letta. Civati chiede voto subito, il tempo di fare una nuova legge elettorale. Ma tra i tre candidati alla segreteria del Pd la sfida tv è senza colpi bassi, con molti sorrisi e anche qualche battuta.

Renzi gioca in difesa, come a proteggere il margine. Cuperlo alterna posizioni chiare, come il sì alla patrimoniale, a altre più incerte, come quella su Cancellieri. E alla fine ad uscire forse più degli altri è Civati, che nulla ha da perdere, visto il distacco dagli altri due. Eppure Civati si dice sicuro: “vincerò io”.

Studio (di X-Factor) con sfondo rosso, e puntualità perfetta. Per  Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Pippo Civati è  la sera del duello tv in diretta su Sky.

(Per le regole e la presentazione del confronto clicca qui)

Per i tre contendenti l’insidia del Fact Checking in tempo reale e la pressione di un sondaggio in sovrimpressione che chiede: chi vi sta piacendo di più?

La prima domanda è ovviamente sul Governo Letta e su che atteggiamento terranno i tre dai segretari del Pd.  Inizia Gianni Cuperlo che spiega: “Questo è il nostro governo, anche se non è quello per cui ci siamo battuti. E’ un governo di eccezionalità, coi nostri avversari”. Ma adesso, spiega Cuperlo, “non ci sono più alibi. Bisogna mettere al centro dell’azione di governo il dramma del Paese. Quindi bisogna intervenire subito con azioni mirate di contrasto alla povertà. Con al primo posto il lavoro”.

Poi tocca a Renzi: “Chiederò a Letta di pensare all’Italia.  In questi sette mesi siamo stati dietro alle bandierine, era come un grande bancone del supermercato e le richieste aumentavano. Ora ci sono due opposizioni, non solo Grillo, anche Berlusconi. Il governo deve iniziare a dire tre cose: diamo il buon esempio, tagliamo i costi della politica. Due, lavoro: poche regole chiare. Tre: ridare un minimo di speranza e passione agli italiani. E dare un’anima all’Europa portando i nostri valori”.

Civati, invece, esordisce dicendosi molto lontano dagli altri due: “Prima cosa è cambiare immediatamente la legge elettorale e poi tornare subito al voto per tornare a un governo politico senza ricatti”.

 Sullo scandalo dei falsi tesseramenti Cuperlo spiega di non aver mai voluto attaccare nessuno dei suoi avversari ma solo di aver aperto un problema generale. Matteo Renzi definisce i suoi avversari “galantuomimi” e auspica che i suoi avversari possano dire lo stesso di lui. Ancora una volta il più aspro è Civati che ricorda di aver chiesto e non ottenuto, all’inizio del caso, una presa di posizione più netta da parte dei suoi avversari.

Si parla poi di privatizzazioni di Letta. Il primo a rispondere è Civati secondo cui prima di parlare di privatizzazioni bisogna parlare di “concorrenza leale”, questo deve essere uno dei primi punti sui quali insistere a partire da un tema come il “conflitto di interessi”.  Civati ha detto anche no alla privatizzazione dell’acqua sul quale si sono pronunciati milioni di cittadini. Renzi, invece affonda duro: sulle privatizzazioni occorre ” riflettere sul bene comune. La sinistra su queste vicende degli ultimi 20 anni si deve far perdonare molte cose . Con i capitani coraggiosi ha perso la faccia di sinistra”. Secondo Cuperlo: “Abbiamo alle spalle anni in cui ci è stato detto che tutto ciò che è pubblico era negativo. Io dico: si possono fare privatizzazioni ma bisogna capire come fare”

Berlusconi ancora avversario? Gianni Cuperlo si augura “di no”. Perché il modello dinastico ha impedito al Paese di evolvere.  Matteo Renzi si limita a un “non lo so” e invita alla prudenza su Berlusconi. “Tutte le volte che lo abbiamo dato per finito ci ha fregato alle elezioni”. Per Renzi la sinistra è stata subalterna a Berlusconi. Civati, invece, è sicuro: “Sarà ancora nostro avversario, non è cambiato granché. Si presenterà come fanno gli imprenditori dalle mie parti: Berlusconi & figli. Noi facciamo le primarie, loro le ereditarie”. Civati poi affonda su Alfano: “Non mi fido di lui, è l’uomo delle leggi ad personam”.

Quando si è parlato “sui generis” di costo della vita i tre candidati sono apparsi preparati:  Civati  ha saputo rispondere sul costo del gasolio: “circa 1 euro e 61″ ha detto mentre Cuperlo, con un pizzico di fortuna,  era al corrente del prezzo di un giornale online: ‘circa 80 centesimi”. Preparato anche Renzi sul costo di un panino con salsiccia e birra alla festa dell’Unita’: “circa 6 euro” ha detto.

Gli appelli finali. Comincia Matteo Renzi che punta sulla speranza per arrivare anche al caso delle baby squillo dei Parioli per dire: “L’unico valore che noi portiamo in questo momento è quello economico. Il mio Pd sarà per i valori e per una volta far vincere la sinistra”.

Civati punta sul “Pd degli elettori” e finisce parlando della figlia “che non voterà mai per me perché ha un anno”.

Cuperlo invece punta su Italo Calvino e sul suo ricordarsi che “tutto quello che abbiamo all’improvviso potrebbe non esserci più”. “Molti di noi – spiega – hanno perduto anche parte della nostra dignità”.  Cuperlo chiede al Pd di riscoprire la dimensione culturale del Pd perché si possa dire a un ragazzo di 20 anni vieni da questa parte perché “è la parte giusta”.

 

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