Primarie Pd, Pippo Civati: l’ex rottamatore che vuole tornare subito al voto

Primarie Pd, Pippo Civati: l'ex rottamatore che vuole andare subito al voto
Primarie Pd, Pippo Civati: l’ex rottamatore che vuole andare subito al voto

ROMA – Nel 2010 era alla Leopolda, spalla a spalla con Matteo Renzi. Un sodalizio, presto rotto, nel nome della rottamazione. Oggi sfida proprio Renzi, il favorito, per la segreteria del partito. Giuseppe (Pippo) Civati, l’outsider conta di spiazzare tutti: “Vinco io”.

Nato a Monza lo stesso giorno di Barack Obama, il 4 agosto, lo stesso anno di Renzi, il 1975. Ha una figlia di un anno che, assicura, non voterà mai per lui: “Io avrò già chiuso la carriera”. Ha la battuta pronta, Civati. E la capacità di trasformare in slogan anche il suo nome: “CiVoti“.

Alle spalle studi di filosofia con un focus sul Rinascimento, dopo la maturità classica. Collabora con l’Università di Milano, con l’Istituto di studi sul rinascimento e con l’Università di Barcellona. E intanto intraprende la carriera politica. Comincia nei Giovani progressisti, partecipando ai comitati per Romano Prodi nel 1995, mentre è all’università. Nel ’97 viene eletto nel consiglio comunale di Monza, poi diventa segretario cittadino dei Democratici di sinistra. Nel 2005 l’approdo in Consiglio regionale della Lombardia per l’Ulivo con 19.347 preferenze. Rieletto nel 2010, porta avanti le sue battaglie su temi come l’integrazione e i beni comuni, “contro le becere politiche leghiste” e la “deriva dell’amministrazione Formigoni” (sul ‘celeste’ scrive anche un libro: “Formigoning”).

Dalla sua Monza, Civati guarda però sempre più alla politica nazionale. Si fa notare tra i trentenni che avanzano nel nuovo Pd e nel 2009 entra nella direzione nazionale del partito. Viene nominato presidente del Forum per i nuovi linguaggi e le nuove culture. E’ tra i più attivi sul Web con un blog molto seguito, i cui post rilancia sui social network. Nel 2010 il consigliere lombardo chiama a raccolta i delusi del centrosinistra con “Andiamo Oltre” e un simbolico “contratto a progetto” di tre mesi. Alla scadenza, rilancia con “Prossima fermata: Italia” e con Renzi anima l’appuntamento alla Leopolda di Firenze.

I due “rottamatori” sembrano destinati a marciare insieme, ma presto si separano. Uniti dall’istanza del rinnovamento, hanno posizioni distanti su molti temi. Nel 2013 Civati sbarca in Parlamento, deputato per la prima volta, lancia la sua corsa per la segreteria del Pd. Non condivide la linea del suo partito sulle larghe intese e non vota la fiducia al governo Letta, ma quando il partito gli chiede di non votare la mozione di Giachetti sul Mattarellum, si adegua: “Alla fine faccio le cose sbagliate che mi dice il mio partito. Da segretario faremo le cose giuste”.

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