Primarie Pd, i precedenti nel 2009 e 2012. Tre milioni al voto

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Dicembre 2013 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA
Primarie Pd, i precedenti nel 2009 e 2012. Tre milioni al voto

Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Filippo Civati (Foto Lapresse)

ROMA – Tre milioni e centomila votanti: questa la cifra record raggiunta alle prime primarie del Pd, il 25 ottobre del 2009. Si era appena dimesso Walter Veltroni, sconfitto alle elezioni del 2008. Ai seggi approntati dal partito democratico andarono anche sedicenni ed extracomunitari con permesso di soggiorno, come a queste ultime primarie di domenica 8 dicembre. In quel caso era previsto un solo turno elettorale. I candidati erano Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino. Ebbe la meglio Bersani, con 1 milione 623 mila voti davanti a Franceschini, al quale andarono 1 milione 45mila voti. A Marino andarono invece 380 mila preferenze.

Le seconde primarie furono nel 2012 e riguardarono l’intero centrosinistra: si doveva, infatti, scegliere il candidato premier sotto il nome di “Italia bene comune”, sigla che raggruppava Pd, Sel e Partito socialista. Nel Pd ci fu una lunga discussione, perché secondo lo statuto il segretario è automaticamente il candidato premier del partito. Alla fine fu deciso di aprire le primarie anche ad altri candidati del Pd. Si scontrarono così Bersani, Matteo Renzi, Laura Puppato, il leader di Sel, Nichi Vendola, e il leader del Centro Democratico, Bruno Tabacci.

Al primo turno, che si svolse il 25 novembre 2012, nessuno dei cinque candidati raggiunse la metà più uno dei consensi. Bersani ebbe il 44,9%, Renzi il 35,5%, Vendola il 15,6%, Puppato il 2,6%, Tabacci l’1,4%. Furono molte le polemiche sulle regole della votazione. In un primo momento era previsto che per andare a votare bisognasse registrarsi andando di persona in una sezione Pd. Renzi contestava la norma perché temeva che in questo modo avrebbero votato solo i militanti di stretta osservanza, tra i quali aveva meno consenso. Si decise poi di consentire la registrazione on line.

Altre polemiche sul secondo turno: le regole non consentivano di iscriversi dopo il primo turno, poi Renzi strappò una mezza concessione: le registrazioni furono riaperte ma solo dimostrando che non si era stati impossibilitati a farlo prima del primo turno. Comunque al ballottaggio si impose Bersani con il 60,9% (1 milione 706mila voti) contro il 39.1% di Renzi (1 milione e 104mila euro).