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Primarie Pd, tessere sospette: Roma, troppi bus da fuori, urne chiuse

di Alberto Francavilla |30 Ottobre 2013 18:11

Primarie Pd, tessere sospette: Roma, troppi bus da fuori, urne chiuse (foto Lapresse)

ROMA – Primarie Pd, continuano i sospetti sulle iscrizioni al partito a ridosso del voto: a centinaia continuavano ad arrivare al circolo Pd Cotral di San Paolo di Roma, chi in macchina chi in pullman, pronti a tesserarsi per potere così votare per l’elezione del nuovo segretario romano.

Ma la garante del congresso dei lavoratori Cotral, Serena Colonna, ha chiuso le urne, ritirato le schede ed interrotto le votazioni. Sarà la commissione dei Garanti, nella riunione di questa sera, a verificare la validità o meno del congresso che comunque è andato avanti con l’elezione del segretario di circolo, che ha confermato Alessandro Di Cori.

“Sono stata derisa e minacciata, qualcuno è arrivato a dirmi ‘ringrazia che sei una donna‘ – racconta – Dopo alcune ore di voto non ho potuto far altro che constatare la mancanza di trasparenza e legalità nel congresso e ho deciso di interromperlo. In fila c’erano ancora un centinaio di persone che volevano iscriversi, così come fatto da tantissimi votanti che sono arrivati a tesserarsi ieri sera, senza peraltro averne titolo”.

“C’è stata una palese violazione del regolamento regionale – continua – Mi sono rifiutata di compilare il verbale e ho deciso di chiudere le urne e ritirare le schede. Si era creato un clima ostile, di tensione”. Smorza i toni, invece, Di Cori che parla di “problema organizzativo e non politico”.

Il 90% dei nostri tesserati arrivano dal fuori Roma, ed hanno sempre votato nonostante non avessero la residenza nella Capitale – spiega il segretario – La garante diceva esattamente il contrario. Per due ore il voto è stato bloccato e gli iscritti, stipati in un piccolo corridoio, sono andati in escandescenza dato che aspettavano ormai da 3-4 ore di poter votare”.

Sulla questione dei nuovi tesseramenti, Di Cori spiega che “ieri abbiamo tesserato 70 nuovi iscritti”, pari ad un aumento del 30% degli aventi diritto al voto.

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