Le primarie del Pd a Torino: Fassino e Profumo i nomi ma occhio alla “mossa” di Vendola… Milano insegna

Non solo Milano, con la vittoria del vendoliano Pisapia, oltre a Napoli e Bologna, anche Torino rischia di diventare una lotteria per il Pd in vista delle prossime primarie. Marco Imarisio per Il Corriere della Sera spiega l’avvicendamento dei candidati torinesi: sono due, sarebbero due, entrambi portatori di storie importanti. Si sono visti a Roma, Piero Fassino e Francesco Profumo. Al ristorante, insieme a Chiamparino.

Sembrava potesse essere la svolta dopo mesi di estenuanti tira e molla. Gianfranco Morgando, segretario piemontese del Pd, aveva fatto gli auguri a entrambi i contendenti: “L’incertezza ci sta consumando, sarebbe il caso di lanciare segnali chiari alla nostra base”. La supplica è rimasta però inascoltata. Fassino e Chiamparino hanno detto che c’è bisogno di fare in fretta. Profumo ha risposto prendendosi altri tre giorni di tempo per sciogliere le riserve. “Al rettore — dice il sindaco — ho ripetuto che la sua candidatura mi sembra debole, perché ormai rappresenta solo una parte del Pd. Invece di unire ci divide”.

Fassino è spinto da quella parte di Pd che rivendica il primato della politica. Ben rappresentata a Roma, con propaggini importanti anche a Torino. L’ultimo segretario dei Ds è cresciuto alla Crocetta, uno dei quartieri più popolari. Una settimana fa, nel cortile di Montecitorio, Fassino si lascia andare ad uno sfogo con Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema. Dice che candidare un “civico” nella sua città è un grave errore, una valutazione sbagliata sulla volontà degli elettori.

Pochi giorni dopo, durante una riunione tra Sergio Chiamparino e la segreteria provinciale del Pd, in tutto dodici persone al tavolo, le agenzie cominciano a battere notizie in tempo reale sul siluro a porte chiuse lanciato dal sindaco contro il rettore del Politecnico Francesco Profumo, il “civico” di cui parlava Fassino, che però tanto piace a Vendola.

Non bisogna dimenticare che Torino ha una valenza simbolica di questi tempi, in quanto unica grande città “sicura” per il centrosinistra in un Nord industriale dominato da Lega e Pdl.

Naturalmente, trattandosi di Pd, non manca il paradosso. Il primo a fare il nome di Profumo è stato proprio Chiamparino, e sembrava una scelta logica. L’attuale sindaco, infatti, nel 1993 fece da sponda all’operazione ideata dal banchiere Enrico Salza per portare il professor universitario Valentino Castellani in municipio, candidatura civica opposta a quella politica del rosso Diego Novelli.

Nichi Vendola ha dato una grossa mano a Profumo. “La sua eventuale candidatura non può che essere salutata come positiva. Ogni volta che il centrosinistra si apre alla società civile si produce un arricchimento di cultura e di proposta”. Come a dire: “Sesalta Profumo noi andiamo con un nostro candidato. Volete una Milano 2?”.

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