Primo maggio, Gasparri: serve azione esemplare contro giganti della rete, pescecani del nuovo millennio

Il primo maggio- commenta il senatore Maurizio Gasparri (FI)- per essere festeggiato degnamente richiede un’azione esemplare contro i giganti della rete, “pescecani del nuovo millennio”. “Il primo maggio non si liquida con un concertino”

“Per celebrare degnamente la festa del lavoro bisogna tagliare le unghie ai giganti della rete che accumulano profitti, pagano tasse risibili dell’1 %, sfruttano il lavoro di confezionatori di pacchi e di fattorini.

Serve una azione esemplare contro i pescecani del nuovo millennio. Amazon, Deliveroo e altri giganti della rete e del commercio elettronico, dell’alimentazione a domicilio prosperano impuniti..

Un lavoratore, un pensionato, un artigiano, un commerciante, un professionista, un militare, un bagnino pagano tasse ingenti e subiscono torture fiscali e burocratiche. Quei giganti invece calpestano regole sociali e di mercato con la complicità di troppi.”

Conclude il senatore Maurizio Gasparri, membro del Consiglio di Presidenza di Forza Italia.

 

Tutte le tappe della cerimonia del 1 maggio al Quirinale

Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di celebrazione della Festa del Lavoro.

Nel Salone dei Corazzieri, la ricorrenza è stata aperta dagli interventi del Presidente dell’Associazione Nazionale Lavoratori Anziani, Edoardo Patriarca, del Presidente della Federazione Nazionale Maestri del Lavoro, Elio Giovati, e del Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Maurizio Sella.

Ha quindi preso la parola il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando.

Al termine il Presidente della Repubblica ha pronunciato un discorso.

In precedenza il Presidente Mattarella si è recato a deporre una corona di fiori al monumento dedicato alle vittime sul lavoro in piazzale Giulio Pastore, davanti alla sede dell’INAIL di Roma

 

“Buon Primo maggio all’Italia del lavoro. Buon Primo maggio all’Italia che riparte.” Il discorso del presidente Mattarella in alcuni passaggi.  

Qui il discorso completo

Il lavoro porterà il Paese fuori dall’emergenza. Il lavoro è il motore della ripartenza

Senza lavoro buono e dignitoso per tutti non ci sarà neppure la ripresa che vogliamo. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza, perché è la condizione, e il motore, della ripartenza, della ricostruzione, della rinascita.

Per questo scambiarsi oggi l’augurio di buon Primo maggio vale molto più di una pur significativa consuetudine.

Un augurio ancora più intenso a chi ha perduto il lavoro in questi mesi

All’augurio che rivolgo alle lavoratrici e ai lavoratori italiani sento di unire un augurio ancora più intenso a chi ha perduto il lavoro in questi mesi a causa della frenata di molte attività economiche, a chi si trova ad affrontare crisi e ristrutturazioni aziendali, a chi è costretto, magari da tempi ancor più lunghi, a impieghi precari e mal pagati, a tutte le persone e le famiglie che vivono in condizioni di povertà.

La battaglia per il lavoro è una priorità che deve unire gli sforzi di tutti: lavoratori e imprenditori, istituzioni e forze sociali, mondo delle professioni, della ricerca, della cultura. È questa l’ambizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Inaccettabili attacchi da esterno a istituzioni europee

La pandemia ha inferto sofferenze, ferite profonde e, tuttora, ci impone sacrifici e rinunce, ma non possiamo sprecare l’occasione e disattendere il dovere di compiere, tutti insieme, un salto in avanti.

Un primo passo la crisi sanitaria lo ha provocato in Europa. Quel passo che non era stato fatto in occasione della crisi finanziaria di oltre un decennio addietro: comprendere il valore delle persone, di ogni singola persona. E’ stata posta in campo in questi mesi una nuova consapevolezza.

L’Unione ha saputo predisporre risorse ingenti per affrontare le emergenze, per contenere la caduta dei redditi nei settori sociali maggiormente penalizzati, per progettare una nuova fase di sviluppo. Concreta espressione, questa volta, di quel modello sociale europeo spesso evocato.

Piuttosto che essere percepita come vincolo esterno – sia pur liberamente assunto – che limita scelte e politiche economiche, l’Unione esprimerà la sua autentica vocazione di veicolo importante di innovazione e di sviluppo sociale se saprà portare avanti e rendere sistemici gli strumenti delle decisioni emergenziali assunte sulla spinta della crisi sanitaria.

Siamo orgogliosi di aver contribuito a questa svolta della strategia dell’Unione Europea e ne sosteniamo le Istituzioni: queste sono baluardo insostituibile di democrazia e di libertà ed è inaccettabile ogni attacco dall’esterno che pretenda di indebolirle.

La sostenibilità è il nome nuovo di una competitività su scala globale

Innovazione digitale e transizione ecologica possono divenire i propulsori di una nuova stagione di crescita, questa volta più matura perché più attenta alla qualità della vita che non alle quantità dei consumi.

La sostenibilità darà ancora più forza al valore sociale dell’impresa, potrà valorizzare la conciliazione tra i tempi di lavoro, di cura, di vita familiare, recherà un contributo al sistema di welfare così che i diritti universali siano assicurati anche attraverso il protagonismo di comunità solidali.

La sostenibilità è il nome nuovo di una competitività su scala globale che può restituire all’Europa anche un ruolo di primo piano nei mercati mondiali.

Il lavoro è l’elemento propulsivo del sistema di sicurezza sociale

Il lavoro è l’elemento propulsivo del sistema di sicurezza sociale, quel sistema che, progressivamente aggiornato, è stato fondamentale nell’affrontare la crisi economica indotta dalla pandemia. Protezione sociale, ristoro e sostegno per i mancati redditi, hanno perseguito un equilibrio molto importante in questi mesi. E che può consentire di progettare il domani partendo da una base salda.

I caduti sul lavoro che hanno salvato vite umane, gli operatori della sanità

Diritto al lavoro è diritto alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ancora troppe morti a causa di norme eluse e violate. Non è tollerabile.

Non sono pochi i caduti che hanno salvato tante vite umane e che accomuniamo nel ricordo delle numerose vittime di questa malattia.

Il lavoro dei medici, di tutti gli operatori della sanità, delle donne e degli uomini delle Forze dell’ordine e dei servizi essenziali, è stato generoso, e spesso ha richiesto coraggio e dedizione, fino al sacrificio.

L’impatto della crisi sul lavoro femminile e sull’accesso dei giovani al lavoro

Particolarmente pesante è stato l’impatto della crisi sul lavoro femminile e sull’accesso dei giovani al lavoro. Se la disparità di genere era già un problema molto serio per il nostro Paese, in questi mesi il quadro dell’occupazione femminile è divenuto ancora più fragile, dimostrando peraltro come tante donne siano spesso relegate in posizioni marginali, con contratti precari e part-time.

L’incremento dell’occupazione femminile, in termini di quantità ma anche di qualità, è oggi condizione essenziale di una vera ripartenza dell’Italia. Così come lo è la crescita del lavoro per i giovani. A cominciare dal Mezzogiorno. Il Paese per crescere ha bisogno di un Sud che metta a frutto tutte le sue potenzialità.

Non sono ammissibili incognite che comportino il rischio di ulteriori prezzi da pagare con la vita delle persone

Nel nostro Paese, in questi mesi difficili, sono anche emerse, e talvolta riscoperte, qualità preziose su cui far leva per il futuro. Tra le prime la solidarietà della sua gente. Il senso di responsabilità diffuso, alimentato dalla percezione che dipendiamo gli uni dai comportamenti degli altri, e che abbiamo bisogno degli altri, oltre che dei presidi costruiti a tutela del benessere collettivo.

Anzitutto a difesa della salute. Dovremo usare paziente sapienza per riconquistare completa libertà di comportamenti in piena sicurezza.

Incognite che comportino il rischio di ulteriori prezzi da pagare con la vita delle persone non sono ammissibili. Già troppo alto è il sacrificio di vite umane che la pandemia ha provocato.

 

Fonti: Uff. Stampa senatore Gasparri; Presidenza della Repubblica

Gestione cookie