Primo maggio, Mattarella: "Disoccupazione troppo alta. Dobbiamo fare di più" Primo maggio, Mattarella: "Disoccupazione troppo alta. Dobbiamo fare di più"

Primo Maggio, Mattarella: “Disoccupazione troppo alta. Dobbiamo fare di più”

Primo maggio, Mattarella: "Disoccupazione troppo alta. Dobbiamo fare di più"
Primo maggio, Mattarella: “Disoccupazione troppo alta. Dobbiamo fare di più” (Foto Ansa)

ROMA – “La disoccupazione è ancora troppo elevata: tutti dobbiamo sentire il compito di fare di più”: questo il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Festa del Lavoro.

 

Celebrando la festa al Quirinale insieme, tra gli altri, al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e al presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il capo dello Stato ha sottolineato: “Il Lavoro è la priorità” e “laddove la struttura produttiva e sociale non è più in grado di assicurare quelle condizioni che sorreggono i nostri diritti di cittadinanza, allora la crisi rischia di contagiare le stesse istituzioni rappresentative”.

“I costituenti – ha premesso Mattarella nel suo intervento in occasione del primo maggio – hanno posto il lavoro a fondamento della Repubblica. Perché il lavoro costituisce un’espressione irrinunciabile della dignità della persona. Il lavoro rappresenta anche la nostra partecipazione alla crescita della comunità, e dunque è premessa di una libertà personale e collettiva. Il lavoro è strettamente legato alla democrazia e al suo sviluppo. Laddove la struttura produttiva e sociale non è più in grado di assicurare quelle condizioni che sorreggono i nostri diritti di cittadinanza, allora la crisi rischia di contagiare le stesse istituzioni rappresentative. E laddove l’esclusione dal lavoro colpisce tante donne, uomini, giovani, intere famiglie, il bisogno e l’insicurezza possono, inoltre, innescare una pericolosa spirale di sfiducia. Per questo – ha concluso il capo dello Stato – il lavoro è la priorità. Lo è sempre stato ma, se possibile, lo è ancor più in questo tempo di cambiamenti veloci, per qualche aspetto addirittura impetuosi”.

 

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