Il processo a Berlusconi, le arringhe di Accusa e Difesa: Accusa Perfetta contro Alibi Classico

Il processo a Berlusconi, se e quando si farà. Sarà così, come lo raccontiamo oggi traducendo in “arringhe” finali tutto quello che hanno in mano e in testa accusa e difesa. Di immaginato da noi non c’è nulla, solo la modalità “americana” con cui le due arringhe si susseguono e contrappongono. Il resto e cioè la sostanza, tutta la sostanza e niente altro che la sostanza, è stato fornito dalle due parti, l’una convinta di avere allestito la “Accusa Perfetta”, l’altra sicura di aver opposto “L’alibi Classico”.

Arringa di Accusa: “Dimostreremo con nessi logici e riscontri fattuali, cioè con ragionamenti sostenuti da prove, che entrambi i reati sono stati consumati e che sono tra loro coerenti: Berlusconi telefona, interviene, preme sui funzionari della Questura di Milano, ne condiziona e distorce il normale operato, li induce a lasciar andar via Ruby al di fuori delle regole e il tutto perchè chi sta mettendo in atto questa che si chiama concussione deve farlo per coprire altri e precedenti comportamenti, quelli relativi alla prostituzione minorile della suddetta Ruby”.

“Della, anzi delle telefonate del premier in Questura di Milano ci sono i testimoni, le prove, le pubbliche ammissioni. A partire da quella del Berlusconi stessi che il giorno dopo ammise un suo ‘atto di bontà’. Ve ne è una ricostruzione, ufficiale e di governo, del ministro Maroni in Parlamento. Ve ne è conferma in ogni atto ufficiale della Questura stessa. Le telefonate ci furono, venivano dalla presidenza del Consiglio, erano dirette ai funzionari che si occupavano di Ruby, il presidente del Consiglio volle parlare personalmente, una prima volta per informarsi e consigliare cosa fare. Circostanza, questa del ‘consiglio’ confermata e avvalorata dalla seconda telefonata, quella esplicitamente fatta per sapere se tutto si era concluso come nelle aspettative. E infatti tutto si conclude con una minore senza documenti non affidata ad una comunità secondo legge e prassi ma consegnata a persona inviata dal premier. Le prove sono nei fatti che nessuno può negare: le telefonate e il loro esito. Ma la prova è anche in questo fax: la Questura di Milano lo invia in Sicilia per accertarsi dell’identità di Ruby dopo che Ruby è già fuori dalla Questura, consegnata a Nicole Minetti. Non vi è chi non veda come i funzionari della Questura siano stati indotti a eseguire indebito ordine distorcendo procedure, tempi, modi e sostanza degli eccertamenti: Ruby è stata messa fuori prima ancora di sapere ufficialmente chi fosse, è stata messa fuori perché segnalata come persona di interesse del premier”.

“Ed ora il reato di prostituzione, altrettanto evidente e documentabile. Chi avverte il premier del fatto che Ruby è fermata in Questura? E’ pacifico, cioè da nessuno negato, che sia stata Michelle Conceicao, una prostituta brasiliana che ha accesso ai numeri di telefoni del premier o comunque con lui la familiarità per farsi ascoltare. La suddetta dichiara: sono stata più volte ad Arcore in qualità di fidanzata di un uomo molto potente, amico di Berlusconi, di cui non faccio il nome. Ricordate questa qualifica: fidanzata, tornerà utile. Dunque una prostituta avverte il premier. Che si muove con sollecitudine. E chi viene mandata dal premier a raccogliere Ruby una volta che le telefonate del premier l’hanno fatta uscire? Nicole Minetti. Quella Nicole Minetti che ha letteralmente le chiavi di casa degli appartamenti dove risiedono una decina di usuali partecipanti alle serate di Arcore. Quella Nicole Minetti che ha in  gestione gli appartamenti e non solo. E’ la stessa Minetti con cui le ragazze di Via Olgettina 65, questo l’indirizzo che le accomuna, parlano del quanto e del perchè hanno ricevuto in busta da Giuseppe Spinelli, notoriamente e senza smentita alcuna da parte degli interessati, amministratore e cassiere del suddetto Berlusconi. Dunque una prostituta avverte il premier, premier che subito si attiva e manda a prendere Ruby la Minetti che si occupa delle ragazze che vanno ad Arcore, ragazze che prendono soldi da Spinelli”.

“C’è dunque prostituzione, lo testimoniano le forme materiali del pagamento, quelle banconote da 500 euro ritrovate sia in possesso di Ruby che della altre ragazze, la disponibilità di appartamenti tutti con la medesima modalità, l’intercorrere dei pagamenti effettuati dallo Spinelli di cui si parla lungamente in numerose telefonate. Ma anche prostituzione minorile, insomma quella di Ruby? Come inoppugnabilmente dimostrano i tabultati telefonici, Ruby è una minorenne che va ad Arcore il 14 febbraio, il 20 e il 21 febbraio, il 27 e 28 febbraio, il 9 marzo, il 4 e 5 aprile, il 24 e 25 e 26 aprile e il 1 e 2 maggio. Dove le date sono doppie o triple è perché la minorenne Ruby passa ad Arcore la notte o almeno vi si trattiene fino all’alba. Cosa accada in quelle notti è nelle registrazioni delle telefonate tra le ragazze. E cosa accadeva nelle feste ad Arcore è nella testimonianza della teste A, amica della Minetti, dalla Minetti lì invitata. Dopo esserci stata, la teste A racconterà alla teste B e C, alla prima in via telefonica, alla seconda di persona. Ecco la relativa registrazione e la relativa testimonianza. Si riassumono nel racconto di ragazze che si vestono e travestono per allestire spettacolo sessuale e per esserne premiate con denaro in dosi diverse a seconda del gradimento della performance. Lì, dove questo avveniva e dove siamo in grado di documentare che quseto avvenisse, Ruby c’era. E non una volta. C’è stata in sequenza, fino all’incidente di percorso del fermo in Questura. E per esserci stata ha preso soldi, a suo dire settemila euro in una sola serata. Dunque c’è la minore età, c’è la serialità delle presenze, c’è il passaggio di denaro, c’è la natura sessuale di quelle serate, ci sono le prove materiali dei pagamenti, ci sono i testimoni e ci sono perfino le rivendicazioni di pagamento delle partecipanti a quelle feste presso lo Spinelli. Il quadro probatorio è completo e coerente”.

Arringa di Difesa: “Dimostreremo, anzi abbiamo già dimostrato, che non esistono prove. Nessun filmato o foto. Solo intercettazioni telefoniche praticate con modalità invasive e successivamente collazionate con malizia investigativa. Non ci sono prove perché il funzionario teoricamente concusso nega di esserlo stato, perchè la minorenne indotta a prostituirsi nega di aver avuto rapporti sessuali con Berlusconi, perchè, come da nostre contro indagini, la gran parte delle ragazze partecipanti a quelle feste, da noi interrogate, hanno negato fossero altro che normali cene e incontri conviviali. Vi è stata violazione della privacy del presidente del Consiglio mettendo sotto controllo i telefoni di chiunque andasse a casa sua, non vi è il diritto di questi giudici a giudicare perché la competenza è di altri, del Tribunale dei ministri. E’ evidente l’intento persecutorio. E’ attestato che Ruby dichiara di aver mentito sulla sua età e di aver nascosto la sua minore età a chi la portò e la accolse ad Arcore”.

“Dunque tutto quello che l’Accusa asserisce è pura ricostruzione e illazione, non sostenuta dalla testimonianza di chi partecipò ai fatti. Quanto si ascolta nelle registrazioni è comunque un riferire a posteriori e un riferire in altri contesti, non può essere assunto come relazione de e sugli eventi. Impensabile poi che tali pratiche e costumi sessuali si svolgessero alla presenza della persona che da tempo ha con Berlusconi un rapporto affettivo stabile. Non c’è stata concussione, non c’è stata prostituzione, tanto meno minorile, a favore di questa nostra tesi, che poi è la verità, ci sono le testimonianze degli interessati”.

A questo punto tocca alla giuria, cioè a voi.

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