Processo breve, Casini: “Noi quel testo non lo voteremo”

Pubblicato il 29 Agosto 2010 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA

”No” al processo breve così ”com’è uscito dal Senato”. Lo dice il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini in un’intervista al Corriere della Sera in cui ribadisce la disponibilità del suo partito a ”pensare a una tutela delle alte cariche”, mentre ”cancellare centinaia di processi per farne finire uno o due sarebbe una follia. Di tutto il Paese sente il bisogno, tranne che di un’amnistia”.

Casini respinge l’idea di entrare in un governo in cui ”conta solo la Lega e gli altri fanno da tappezzeria”. Tremonti, afferma, ”è il garante della Lega al governo”. Diverso sarebbe se Berlusconi ”andasse alle urne, finita la legislatura, su percorso di decoro politico-istituzionale”, allora si ”potrebbe discutere con lui”.

Il premier, aggiunge il leader dell’Udc, ”per fortuna ha impedito le elezioni anticipate, e ha fatto bene. Il voto in autunno – prosegue – sarebbe stato non solo un’ammissione di responsabilità da parte del Pdl”, ma ”Berlusconi ha capito che sarebbe stato la vittima designata. Avrebbe trainato la coalizione alla vittoria alla Camera, impallando il Senato. A quel punto la Lega e una parte della sinistra avrebbero fatto nascere il governo Tremonti”.

”Il governo di responsabilità nazionale che noi abbiamo evocato – spiega – non è il governo di tutti contro Berlusconi e Lega. Ma non è nemmeno il governo di prima, con Casini al posto di Fini. Sarebbe umiliante. Vedo che provano a blandirci sbandierando i valori, l’identità cristiana. Ma a noi non interessa questo esibizionismo valoriale, usato o per compiacere le gerarchie ecclesiastiche o per innestarvi sopra operazioni politiche. Noi difendiamo i valori, e proprio per questo non ci piace il mercimonio”.

Ad esempio, spiega Casini, ”i temi della bioetica vengono affrontati a volte con una logica emergenziale, come nel caso di Eluana, in cui si voleva fare una legge in 24 ore, e poi vengono trascurati per mesi, per poi essere rispolverati strumentalmente al fine di costruire un’alleanza politica. Ma sui temi etici non si costruiscono nè alleanze, nè steccati”.

”Come presidente della Camera, Fini si sta comportando bene – aggiunge -. Sul suo futuro politico, deve decidere lui. Per ora, non si capisce se i finiani rientrano nel Pdl o fanno un partito. Senza sapere queste cose, come faccio a fare una proposta a Fini?”.