Processo breve. Paura e disgusto su Repubblica.it

“Presidente, ritiri questa legge” una sorta di raccolta firme on line per invitare Giorgio Napolitano a rispedire al mittente il disegno di legge sul processo breve
Proteste dell'opposizione in Senato durante votazioni sul "processo breve"

Vergogna di essere italiani. Scappare dall’Italia perché “Non è un Paese per brava gente…”. Rabbia e indignazione. C’è questo nelle risposte al “cosa ne pensate?” sul processo breve che Repubblica.it ha chiesto ai suoi lettori subito dopo l’approvazione in Senato del disegno di legge. Tutte i commenti, oltre 5.000 al momento, passano a rullo sul banner dell’homepage del quotidiano. Un solo invito: “Presidente, ritiri questa legge”.

Molti lettori si rivolgono proprio a lui, al capo dello Stato: “Presidente Napolitano non dimentichi che da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. “Il Presidente Napolitano ha soprattutto un ruolo di garanzia… speriamo che adempi ai suoi compiti lanciando un messaggio forte come quello del rinvio”.

Ma ce n’è per tutti: “Bersani svegliati. O il Pd andrà alla catastrofe!”. “Ma Bersani dov’è? Cosa fa? Perchè non mobilita il Paese su temi come il lavoro, la difesa delle istituzioni, che son di tutti, non della maggioranza!”. E molti italiani sul blog incitano alla mobilitazione di piazza “anche se si è in pochi” ma finalmente “uniti, per l’Italia e gli italiani onesti! Basta chiacchiere da dirigenti!”

E anche quando non si fanno nomi il riferimento è palese: “La gente dovrebbe votare gente onesta e che faccia gli interessi dei cittadini, no una persona che fa le leggi per se stesso”. “È impensabile una legge che valga per i nuovi processi e non per quelli vecchi? Non ci sarebbe legge ad personam, così!”. Poi senza falsi timori c’è chi si chiede: “Vorrei sapere cosa ne pensano gli elettori di Berlusconi. State zitti perche vi vergognate o fingete indifferenza?”.

I lettori si vergognano “ogni giorno di più di essere italiana e di sentirmi dire che queste leggi ‘ad personam’ sono volute dal popolo. Ipocrisia senza limiti!”. Anche un nonno di 65 anni prova lo stesso sentimento guardando gli occhi dei nipotini e domandandosi: “Ma che lascio a questi?”.

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