Processo lungo: il testo su cui si vota

ROMA, 28 LUG – Il testo sul cosiddetto processo lungo su cui il governo ha posto la fiducia, e che verra' votato domani mattina dal Senato, accorpa i due articoli che erano stati messi a punto dalla commissione Giustizia del Senato che aveva inserito, rispetto al testo uscito dalla Camera, le norme bollate dall'opposizione come ''ad personam'' ossia volte a favorire il premier nelle sue vicende giudiziarie.

Il ddl modifica alcuni articoli del codice di procedura penale (articoli 190, 238 bis, 438, 442 e 495) in materia di giudizio abbreviato e di delitti punibili con la pena dell'ergastolo.

La norma pomo della discordia prevede la possibilita' per la difesa di presentare lunghe liste di testimoni a testimoniare in un processo e stabilisce che non si puo' piu' considerare come prova definitiva in un processo la sentenza passata in giudicato di un altro procedimento. Anche se il testo del governo precisa che questa norma non vale ad esempio per i processi di mafia e terrorismo.

Rimane poi la misura presente gia' nel testo approvato alla Camera, che da' il nome alla legge. Si stabilisce che per chi e' condannato al carcere a vita non ci sara' piu' la possibilita', avvalendosi del giudizio abbreviato, di avere la sostituzione dell'ergastolo con la condanna a 30 anni di carcere.

Il testo del governo recepisce un emendamento del relatore Roberto Centaro che prevede per i condannati all'ergastolo per reati di strage e per sequestro di persona, qualora vi sia stata la morte del sequestrato, una stretta di quei benefici di cui i condannati potranno usufruire solo dopo aver scontato 26 anni di carcere.

Le norme contenute nella legge si applicano ai processi in corso, tranne quelli gia' chiusi in primo grado. Il testo del governo precisa, a scanso di equivoci, che la legge entrera' in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

Gestione cookie