Processo lungo: Senato ok fiducia con 160 sì e 139 no

ROMA – Il governo incassa al Senato la fiducia sul processo lungo con 160 si’, 139 no. Torna dunque alla Camera il provvedimento che le opposizioni definiscono l’ennesima legge ad personam che, dicono, i legali di Berlusconi potrebbero utilizzare nei processi Mills e Ruby.

L’articolo unico di 9 commi, contiene alcune novità. Si conferma la possibilità per la difesa di presentare lunghe liste di testimoni e di non considerare più come prova definitiva in un processo la sentenza passata in giudicato in un altro procedimento, anche se, in quest’ultimo caso, le modifiche del governo precisano che da questa norma sono esclusi, ad esempio, i reati di mafia e terrorismo.

Altra modifica introdotta dal governo corregge la possibilità per un imputato di interrogare nel corso del dibattimento un testimone che rende dichiarazioni a suo carico. Qui si specifica che l’imputato potrà sì farlo, ma “a mezzo del suo difensore”. Resta la norma per cui le norme del ddl si possono applicare ai processi in corso e in cui non vi sia stata ancora la sentenza di primo grado.

Confermata la parte in cui si stabilisce che quando deve essere ‘irrogata la pena dell’ergastolo non si fa luogo alla diminuzione della penà prevista nell’articolo 442 del codice di procedura penale. Il condannato al carcere a vita, quindi, non avrà più la possibilità, avvalendosi del giudizio abbreviato, come avviene oggi, di avere la sostituzione dell’ergastolo con la condanna a 30 anni.

Novità vengono introdotte anche con i commi 8 e 9. Il primo prevede una stretta sui benefici: ad esempio per i condannati all’ergastolo per i reati di strage e per sequestro di persona con la morte del sequestrato, questi potranno usufruire dei benefici dopo aver scontato almeno 26 anni di carcere. Infine, si precisa che la legge entra in vigore “il giorno dopo la sua pubblicazione sulla gazzetta ufficiale”.

Vietti: “E’ in direzione opposta all’Europa”. Secondo il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, il provvedimento sul cosiddetto ‘processo lungo’ va ”nella direzione opposta rispetto all’Europa”. ”Il Csm – ha aggiunto Vietti, parlando con i giornalisti stamani a Torino – ha presentato una risoluzione con le proprie valutazione su tali provvedimenti, che sono molto critiche. Abbiamo valutato di non votarlo su richiesta di alcuni componenti laici per consentire un miglior approfondimento; prendiamo atto che il Governo non ha voluto fare lo stesso”.

Entrando nel merito, Vietti, che ha parlato a margine della cerimonia del cambio del comandante della Legione Carabinieri del Piemonte e della Valle d’Aosta, ha precisato che ”le posizioni del Csm nei confronti dei provvedimenti sono molto critiche sotto il profilo delle sue ricadute sulla durata dei processi”. ”Siamo tutti impegnati in modo prioritario ad accelerarli – ha aggiunto – anche per tenere il passo con l’Europa. Questi provvedimenti – ha concluso – vanno esattamente nella direzione opposta”.

[stream provider=video flv=x:/www.blitzquotidiano.it/wp/wp/wp-content/uploads/2011/07/flv_110729-115501_20110729_POL_BX_31.flv embed=false share=false width=490 height=360 dock=true controlbar=over bandwidth=high autostart=false /]

Gestione cookie