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Processo lungo, Zanda: “E’ il momento di usare la parola regime Berlusconi

di luiss_smorgana |28 Luglio 2011 15:01

ROMA –  “Se c’è un momento della storia di una democrazia, come era, come è stata la democrazia italiana, in cui si deve usare la parola regime quel momento è questo”. Così il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda interviene nell’Aula del Senato. E aggiunge: “È una parola che non uso volentieri riferendola al mio Paese. Nel 2011 non vedremo mai in Europa e in Italia un regime con le camicie nere, le corporazioni o la marcia su Roma ma vedremo quello cui oggi assistiamo in Italia: un sistema intero piegato al Presidente del Consiglio. Piegato nel Parlamento, nell’informazione, nella giustizia”.

“Oggi In Italia la situazione è drammatica. L’intero sistema economico chiede un cambiamento. Questa mattina le borse hanno aperto con difficoltà estrema, i nostri titoli sono in crisi e lo spread è saltato per aria. Lo Stato è ormai spappolato. Lo Stato centrale e anche quello periferico. E il Senato che fa? E’ chiamato a esaminare una legge schifosa che mette a rischio l’intero impianto del processo penale e lo fa per difendere gli interessi processuali di una persona che tiene ostaggio l’Italia intera corrompendo la testa dei cittadini, cambiando in peggio i costumi, aumentando le diseguaglianze, dividendo il Paese”.

“Questa maggioranza – aggiunge Zanda – perde le elezioni, i referendum, perde pezzi di se stessa. La parte che resta continua a sostenere il governo di malavoglia. Chiunque di noi abbia rapporti personali con i colleghi della maggioranza sa quali sono i giudizi veri, personali, profondi nei confronti di un Presidente del Consiglio che sta distruggendo anche loro in un Parlamento che oggi è ancora una volta umiliato, sventrato. Un Parlamento che è diventato un ufficio, l’ufficio di Berlusconi che, come tutti i capiufficio, decide quello che deve fare. Una volta armonizza i tempi e una volta mette la fiducia”.

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