ROMA – Processo Mediaset, la sentenza della Corte di Cassazione su Silvio Berlusconi e gli altri tre imputati nel procedimento per i diritti tv sarà pronunciata oggi pomeriggio, giovedì 1° agosto. I giudici si sono riuniti in Camera di Consiglio poco dopo le 12.
Il presidente del collegio, Antonio Esposito, ha spiegato il motivo agli avvocati della difesa: “Prendo atto della vostra richiesta di stringere i tempi, ma noi non abbiamo problemi: la Camera di Consiglio la possiamo iniziare stasera e poi possiamo anche aggiornarci a domani”.
Le altre sette cause calendarizzate prima del processo Mediaset sono state, invece, tutte già decise martedì 30 luglio, inclusa la lettura delle sentenze. Dal campo di Berlusconi hanno detto che sono state inserite nella agenda della Corte per cosmetica, per non lasciare solo il processo a Berlusconi, accelerato per evitare la ghigliottina della prescrizione.
I difensori hanno replicato alla requisitoria del sostituto procuratore Antonello Mura. Il rappresentante dell’accusa dopo aver definito Berlusconi “l’ideatore del meccanismo delle frode fiscali”, aveva chiesto il rigetto dei ricorsi delle difese degli imputati (e quindi la conferma delle condanne). Da ricalcolare invece l’interdizione dai pubblici uffici, che secondo la Procura generale della Cassazione deve essere ridotta da 5 a 3 anni.
Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Berlusconi, nella sua arringa ha detto:
“Manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio”, ha detto uno dei due legali del Cavaliere, nella sua arringa. “Il procuratore generale – ha affermato Ghedini – ha detto che per Berlusconi ci sarebbero state attività ulteriori oltre alla fatturazione. Quindi mi sarei aspettato dal pg delle integrazioni rispetto alle motivazioni della Corte di Appello, in cui non c’è nulla a riguardo. Integrazioni che non ci sono state perché non ci sono attività ulteriori oltre la fatturazione”.
Secondo Ghedini, nel processo a Berlusconi per i diritti Mediaset
“non c’è stata data possibilità di difenderci” ; ormai è diventato “il mio incubo notturno”.
L’altro difensore di Berlusconi, Franco Coppi, ha detto:
“Nessuna prova è stata raccolta su ingerenze di Berlusconi nella gestione di Mediaset dal ’95 ad oggi”. “Tutta la sentenza d’appello – ha sottolineato Coppi – muove da un pregiudizio”. “Il pregiudizio – ha spiegato il legale – è che ci sia un meccanismo truffaldino ideato negli anni ’80; che sia stato ideato da Berlusconi. Ecco perchè – ha concluso Coppi – non sono state ammesse le prove con cui la difesa avrebbe potuto ribaltare quel pregiudizio”.
Franco Coppi ne ha tratto la sua conclusione:
“Chiedo che la sentenza venga annullata perché il fatto così come prospettato in mancanza di una violazione di una specifica norma antielusiva non è reato, è penalmente irrilevante”.
I commenti sono chiusi.