Processo Ruby: prima udienza “lampo”. Tutto rinviato al 31 maggio, Ruby non si costituisce parte civile

Pubblicato il 6 Aprile 2011 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

MILANO – Udienza lampo per l’apertura del processo Ruby. Il processo si è aperto alle 9.30 nel Tribunale di Milano ed è subito stato aggiornato al 31 maggio. Duranta dell’udienza: nove minuti e cinquanta secondi. D’altronde la cosa era ampiamente prevista visto che l’udienza era dedicata solo allo “smistamento” di quattro processi, tra cui appunto quello a carico di Silvio Berlusconi, accusato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile.

Silvio Berlusconi, assente, è stato dichiarato contumace dai giudici della quarta sezione penale. Il presidente del Consiglio, tramite il suo collegio difensivo, ha fatto avere alla corte una lettera nella quale spiega di non poter essere presente in aula per impegni istituzionali, ma consentendo comunque lo svolgimento dell’udienza.

Ruby non si costituisce parte civile. Seppure l’udienza sia durate una manciata di minuti, è emersa comunque una notizia importante: Ruby ha deciso di non costituirsi parte civile. Si evita così una rogna in più per il premier. “Abbiamo deciso di non costituirci parte civile nel processo contro il presidente Berlusconi – ha chiarito la legale di Ruby, Paola Boccardi – perché questo significherebbe ammettere che Ruby andava ad Arcore a prostituirsi”.

Ruby Rubacuori ”non ha ritenuto giusto costituirsi parte civile – dice Boccardi – perché ritiene di non aver subito alcun danno per essere andata qualche volta ad Arcore nè per aver frequentato il premier”.

“Ruby – ha precisato ancora l’avvocato – non andava a prostituirsi ma andava per partecipare a delle serate normali anche se in tutta questa vicenda lei innegabilmente ha subito dei danni di cui non potrà chiedere il risarcimento”.

Costituirsi parte civile contro il premier, spiega ancora l’avvocato, contrasterebbe ”con quello che Karima ha sempre detto, e cioè di non essere mai stata oggetto di atti sessuali da parte del presidente del Consiglio. L’altro motivo della sua scelta – ha proseguito l’avvocato Boccardi – e’ che Karima ha sempre affermato di non essersi mai prostituita mentre questo processo da’ per scontato che si sia concessa dietro pagamento”.

Il legale di Ruby ha poi aggiunto: ”Tutto questo contrasta con quello che Karima ha detto ai pm e con quella che e’ la sua verita’. Essere parte civile significa chiedere i danni e Karima – ha precisato il legale – non ritiene di avere avuto alcun danno per essere andata qualche volta ad Arcore ne’ per aver frequentato il presidente del Consiglio”. ”Per lei – ha concluso il legale – il danno e’ stato mediatico perche’ e’ stata additata in tutto il mondo come prostituta anche se non ci sono in questo senso dichiarazione di alcuna persona ma solo presunzioni”.

Non si costituirà parte civile neppure Giorgia Iafrate, uno dei funzionari della polizia che si trovava in Questura la notte della telefonata di Silvio Berlusconi tra il 27 e il 28 maggio. Lo ha confermato, sempre a margine della prima udienza, il suo avvocato Luca Gentili. Non c’erano invece in aula gli avvocati di Pietro Ostuni e Ivo Morelli, gli altri due dirigenti di polizia presenti quella notte.

La notizia è stata accolta naturalmente con soddisfazione dalla difesa di Berlusconi. “Oggi l’elemento significativo dell’udienza è che nessuna persona, né funzionari della questura né la signorina Ruby, si è costituita parte civile”, ha commentato l’avvocato Giorgio Perroni, legale del premier, aggiungendo: “Siamo convinti che da questo processo verrà fuori l’estraneità di Berlusconi da tutti e due i reati contestati”.

Legali di Berlusconi valutano se presentare istanza di sospensione. ”Berlusconi ha intenzione di seguire tutte le udienze di questo processo”. E’ quanto ha affermato il suo legale, l’avvocato Giorgio Perroni. Alla domanda dei cronisti che gli chiedevano se il premier verra’ alla prossima udienza del processo sul caso Ruby fissata per il 31 maggio, l’avvocato ha risposto: ”Ha intenzione di seguire tutte le udienze, ma ovviamente potranno anche sorgere degli impegni istituzionali e quindi a volte non potra’ essere presente”.

La possibilità di presentare un’ istanza ai giudici del processo sul caso Ruby per chiedere la sospensione del dibattimento in attesa che venga definita dalla Consulta la questione del conflitto di attribuzione è ”un argomento che valuteremo in queste settimane”, ha spiegato il legale. Perroni non è voluto entrare nel merito di eventuali istanze o richieste e si e’ limitato a dire che l’ipotesi di richiedere una sospensione del processo in attesa dei pronunciamenti della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione, votato ieri dalla Camera, e’ ”un argomento che valuteremo”.

“La questione di competenza – dice Perroni – è una questione che stiamo valutando di proporre”. Lo ha affermato l’avvocato Giorgio Perroni che insieme a Niccolo’ Ghedini, Piero Longo e Filippo Dinacci difende Silvio Berlusconi imputato a Milano al processo, che si e’ aperto oggi, sul caso Ruby.

Perroni, l’unico degli avvocati presenti in aula, al termine dell’udienza ‘lampo’ ha anche affermato che se nessuno dei funzionari di polizia, presenti in Questura nella notte tra il 27 e 28 maggio quando Ruby venne fermata e poi ‘liberata’ per via, come hanno ricostruito i pm, della telefonata ricevuta dal premier, non si costituiranno parte civile ”significa che non si sentono vittime, di alcun reato e di alcuna pressione”. In aula era solo presente il legale di Giorgia Iafrate che comunque e’ uno degli agenti di polizia ritenuti parte offesa.

Folla di giornalisti. L’attesa di un’udienza lampo non ha comunque impedito a centinaia di giornalisti e curiosi di accalcarsi sin dalle prime ore della mattina davanti al palazzo di Giustizia di Milano. Secondo una procedura studiata per l’occasione, a partire dalle 7.40, ciascun cronista è stato identificato e dopo una mezz’ora è stato concesso l’ingresso in tribunale solo su chiamata nominale. Alle televisioni non è stato consentito però di essere presenti con le loro telecamere.

Dentro il Palazzo di Giustizia milanese, prima che iniziasse il processo, nulla è stato lasciato al caso. Gli addetti alle pulizie hanno lucidano il marmo per rendere più brillante il pavimento della maxi-aula, le pareti sono state riverniciate, i pomelli lucidati, le grandi gabbie dei maxi processi coperte con delle tende bianche.

Tra i presenti in Aula c’è anche il legale di Marysthelle Polanco, che non e’ parte nel processo, ma e’ una delle ragazze che avrebbe frequentato i presunti festini a luce rosse a Arcore e che sarebbe stata indotta alla prostituzione da Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede.

Fuori dal Tribunale battaglia tra slogan. Una gigantografia della prima pagina del Giornale di oggi con il titolo ”Processate la Boccassini”. Dall’altra parte ‘No lie zone’ e una vignetta che recita ‘I berluscani’ con Silvio che tiene al guinzaglio i fedeli Alfano, Gelmini e Brambilla. Sono due tra le decine di slogan e manifesti che sono comparsi dai lati opposti di Corso di Porta Vittoria, davanti al Tribunale di Milano, mostrati dalle opposte fazioni riunitesi oggi, in un’orgia di telecamere e fotocineoperatori, in occasione della prima udienza del processo Ruby.

Con il passare dei minuti le due ‘curve’, di coloro che sostengono o condannano il premier, si sono infoltite. E così la pattuglia delle centinaia di cineoperatori e troupe televisive: le ultime si segnalano anche dalla Finlandia con le immancabili telecamere di Al Jazeera. Sei ragazzi, sotto il Tribunale, dal lato opposto del gazebo berlusconiano, innalzano altrettanti cartelli: No lie zone, recita il primo e a seguire ‘Detenzione immorale di migranti’, ‘Circonvenzione di terremotati’, ‘Favoreggiamento della prostituzione parlamentare’, ‘ Occupazione abusiva di carica pubblica’, ‘Appropriazione indebita della dignita’ delle donne’.

I ragazzi poi si girano e compongono con le magliette la scritta ‘No more’. Dal gazebo berlusconiano, mentre le telecamere ondeggiano da una parte all’altra di Corso di Porta Vittoria creando non pochi problemi alla circolazione, si risponde con le frasi e gli striscioni che dal 23 febbraio i sostenitori del premier inalberano davanti al Tribunale: ”Giustizia non esiste laddove non vi e’ liberta”’. Ma la piu’ inquadrata dalle telecamere e’ la gigantografia della prima pagine del Giornale di oggi con l’invito a processare la Boccassini ”Mi e’ costata 19 euro – spiega Aldo Salafia che si definisce ‘un vero liberale’ dei tempi di Egidio Sterpa – i magistrati la devono smettere di perseguitare il premier”.

Dall’altra parte di Corso di Porta Vittoria anche una vignetta di Hello Kitty con il fumetto in cui si legge ”Sono minorenne e vado a spasso con mamma e papa’. Presidente Berlusconi non sono di sua proprieta”’. Ed ancora, sul filo dell’ironia, commentando l’inclinazione del premier a raccontar barzellette uno striscione recita: ”Silvio la sua l’ultima? Che mo so’ cazzi”.