Processo Ruby, i legali di Berlusconi valutano se presentare richiesta di sospensione

Pubblicato il 6 Aprile 2011 - 10:56 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (foto La Presse)

MILANO – ”Berlusconi ha intenzione di seguire tutte le udienze di questo processo”. E’ quanto ha affermato il suo legale, l’avvocato Giorgio Perroni. Alla domanda dei cronisti che gli chiedevano se il premier verra’ alla prossima udienza del processo sul caso Ruby fissata per il 31 maggio, l’avvocato ha risposto: ”Ha intenzione di seguire tutte le udienze, ma ovviamente potranno anche sorgere degli impegni istituzionali e quindi a volte non potra’ essere presente”.

La possibilità di presentare un’ istanza ai giudici del processo sul caso Ruby per chiedere la sospensione del dibattimento in attesa che venga definita dalla Consulta la questione del conflitto di attribuzione è ”un argomento che valuteremo in queste settimane”, ha spiegato il legale. Perroni non è voluto entrare nel merito di eventuali istanze o richieste e si e’ limitato a dire che l’ipotesi di richiedere una sospensione del processo in attesa dei pronunciamenti della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione, votato ieri dalla Camera, e’ ”un argomento che valuteremo”.

“La questione di competenza – dice Perroni – è una questione che stiamo valutando di proporre”. Lo ha affermato l’avvocato Giorgio Perroni che insieme a Niccolo’ Ghedini, Piero Longo e Filippo Dinacci difende Silvio Berlusconi imputato a Milano al processo, che si e’ aperto oggi, sul caso Ruby.

Perroni, l’unico degli avvocati presenti in aula, al termine dell’udienza ‘lampo’ ha anche affermato che se nessuno dei funzionari di polizia, presenti in Questura nella notte tra il 27 e 28 maggio quando Ruby venne fermata e poi ‘liberata’ per via, come hanno ricostruito i pm, della telefonata ricevuta dal premier, non si costituiranno parte civile ”significa che non si sentono vittime, di alcun reato e di alcuna pressione”. In aula era solo presente il legale di Giorgia Iafrate che comunque e’ uno degli agenti di polizia ritenuti parte offesa.