Processo Ruby, la Giunta dà l’ok: la Camera dovrà votare sul conflitto d’attribuzione

Ruby

ROMA – La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha dato il via libera affinchè il conflitto d’attribuzione sul caso Ruby venga votato dall’Aula, come auspicato dal Pdl. La Camera dunque dovrebbe sollevare conflitto di attribuzione contro il tribunale di Milano.

La Giunta per le Autorizzazione di Montecitorio ha votato, 11 a 10, il parere favorevole. In sostanza la Giunta ha espresso il convincimento che alla Camera spetti il compito di sollevare il conflitto sul processo Ruby, essendo la competenza del tribunale di ministri e non di quello milanese.

Il parere non è vincolante, approvato per un solo voto: 11 ‘sì’ contro 10 ‘no’, e ora dovrà essere trasmesso alla presidenza della Camera. Domani mattina, giovedì, alle 9 si riunirà invece la Giunta per il Regolamento, anche lei per dare il suo parere sulla procedura da seguire, e solo dopo toccherà all’Ufficio di presidenza di Montecitorio dire una parola definitiva sul fatto se spetti o meno all’Aula decidere di sollevare il conflitto di attribuzioni contro i magistrati di Milano sul caso Ruby.

In Giunta, a dire la verità, erano state presentate tre proposte di parere: una del Terzo polo scritta da Nino Lo Presti (Fli) e dall’Udc; una del Pd e dell’Idv che porta la firma di Marilena Samperi e di Federico Palomba; e una della maggioranza, messa a punto dal relatore Paniz che poi è stata approvata.

La votazione è stata accompagnata da una polemica sui Responsabili. I deputati Elio Belcastro e Bruno Cesario sono arrivati nell’Aula della Giunta solo pochi minuti prima del voto (dopo quasi due ore di seduta) insieme al vicepresidente della Camera Antonio Leone (Pdl). ”Praticamente – dichiara Anna Rossomando del Pd – mentre loro sono entrati in Giunta, è arrivato in contemporanea l’sms sul telefonino con la notizia che Saverio Romano sarebbe andato in mattinata a firmare come ministro”.

”La coincidenza – sottolinea Marilena Samperi – non poteva non balzare agli occhi”. ”E’ chiaro – commenta il deputato dell’Idv Federico Palomba – che hanno alzato il prezzo fino all’ultimo ottenendo esattamente ciò che volevano: Romano ministro dell’ Agricoltura”.

La procura di Milano fa sapere intanto che il processo a carico del premier non si fermerebbe anche qualora la questione del conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato arrivasse davanti alla Corte Costituzionale, dopo il voto di Montecitorio.

Qualora infatti la Camera votasse per sollevare il conflitto, ritenendo il reato di concussione contestato al premier (è accusato anche di prostituzione minorile) di competenza ministeriale, la Consulta, spiegano dal palazzo di giustizia, prima si dovrebbe esprimere sull’ammissibilità del conflitto. E nel caso fosse dichiarato ammissibile, poi la corte dovrebbe entrare nel merito della decisione. Tempi lunghi, insomma.

In precedenti simili casi, però, spiegano fonti giudiziarie, i processi non si sono fermati né per attendere la decisione sull’ammissibilità né durante l’attesa del giudizio di merito sul conflitto di attribuzione. Nel secondo caso il processo si arresterebbe in attesa della pronuncia sul merito, soltanto prima della sentenza.

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