La Procura di Milano crede di avere la “Accusa Perfetta”. “Berlusconi venga subito, ci sono le prove”

Pubblicato il 14 Gennaio 2011 - 17:55 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

“Accusa Perfetta”: è quello che la Procura di Milano è convinta di avere in mano nei confronti di Silvio Berlusconi. Accusa di “concussione”, cioè di aver inteferito sul lavoro della Questura di Milano, di aver distorto il regolare comportamento dei funzionari nella notte in cui Ruby fu fermata, di aver tratto in inganno sulle generalità della ragazza, il tutto al fine di impedire l’accertamento di verità a lui scomode. E accusa di “prostituzione minorile”, cioè di aver avuto in più occasioni rapporti sessuali a pagamento con la stessa Ruby quando era minorenne. “Accusa Perfetta” perchè in entrambi i casi la Procura di Milano ritiene di avere le prove. E questo ha del clamoroso. Se nel caso della telefonata in Questura del premier le prove sono note, pacifiche, corredate di testimoni, ammissioni e ricostruzioni, tutt’altra storia è quella delle prove relative agli incontri, e alla natura di quegli incontri, nelle residenze del premier. Eppure la Procura è sicura e marcia con una determinazione mai vista.

Infatti “correda” l’invito a comparire con le “fonti di prova”, come si legge nel comunicato ufficiale. Non a caso è su questo punto che arriva la prima contro mossa dei legali di Berlusconi: “Nessun rapporto sessuale con la ragazza come evidenziato dalle contro indagini difensive”. Le indagini che i difensori di Berlusconi, come legge consente, a suo tempo hanno svolto. Ma questo non incrina la convinzione della Procura che fa altre due mosse dal significato chiarissimo e convergente. La prima: convocare Berlusconi per il 21, 22 o 23 gennaio a sua scelta. Ma comunque entro dieci giorni al massimo. Una convocazione urgente dettata e sorretta non dalla fretta come può sembrare a prima lettura, ma dalla certezza appunto della “Accusa Perfetta”. Lo dice chiaramente la Procura stessa con la seconda mossa: la richiesta del “rito immediato” che si avanza e si fa quando c’è, a giudizio degli inquirenti, la “evidenza delle prove”, quella che consente il giudizio entro tre mesi.

Su quali siano queste prove per ora non esistono ovviamente versioni ufficiali, si parla di tabulati telefonici atti a provare che Ruby è stata ad Arcore più volte per partecipare non a semplici cene. Si parla di file nel personal computer della ragazza, perfino di foto. Non è detto che tutto ciò di cui si parla corrisponda a realtà, ma reale ed esplicita è la certezza con cui si muove la Procura. E stavolta sarà difficile che l’intera vicenda possa diventare una guerra “di trincea”. Stavolta o la Procura verrà sepolta sotto le eventuali macerie susseguenti al crollo dell’edificio della sua “Accusa Perfetta”, oppure sarà rinvio a giudizio e processo, non indiziario, per Berlusconi. Berlusconi che deve decidere, sta decidendo se “comparire” o no. Se lo farà, sarà per demolire insieme l’accusa e la Procura e, se del caso, anche per iniziare in quella sede la campagna elettorale. Se invece Berlusconi non andrà, allora la “Accusa Perfetta” sarà difficile, molto più difficile da smontare e al massimo potrà essere rovesciata nel consueto, efficace in piazza ma esile in Tribunale, alibi della persecuzione.